Il blog nel quale si racconta di riproduzione audio e di musica. Creato da Angelo Jasparro.
mercoledì 5 dicembre 2012
La zuppa di cipolle
La differenza tra Francia e Italia è la farina che da noi veniva sostituita dalle patate o da nulla (quindi le sole cipolle).
Ecco come preparo la zuppa di cipolle.
Ingredienti (per 4 persone):
1 cipolla e mezza per commensale, di tipo bianco o dorato
1 patata
20 gr di burro
2 cucchiai d'olio d'oliva
pepe
tre foglie di alloro
un cucchiaio di salsa di pomodoro
1,5 lt brodo vegetale (o due dadi)
Per la presentazione del piatto:
pane a fette passato al forno
formaggio a cubetti (Gruyère, Sbrinz o simile)
Taglio le cipolle a metà e poi a mezzaluna, non troppo fini.
Dopo il taglio, le lavo in abbondante acqua fredda e corrente (le raccolgo in un colapasta e lascio che l'acqua le risciacqui, portando via parte del loro acido).
In una casseruola (preferibilmente di coccio) lascio sciogliere il burro, aggiungo l'olio, una "grattata" abbondante di pepe nero e le tre foglie di alloro.
Quando burro e olio sono caldi, aggiungo le cipolle che lascio appassire a fuoco lento, aggiungendo, dopo una decina di minuti, mezzo bicchiere di vino bianco che lascio poi sfumare.
Quando le patate sono ben appassite, aggiungo la patata tagliata a cubetti, il cucchiaio di salsa e il brodo fino a portare a cottura le cipolle; il tempo medio è di 45/50 minuti.
Poi con l'aiuto di un colino abbastanza grande (o a volte con il frullatore a immersione, soprattutto se ho fretta) trasformo il tutto in una crema, lasciando comunque che alcuni pezzi di cipolla restino interi.
Passate le fette di pane al forno per una decina di minuti, le adagio sul fondo di ogni piatto, lascio cadere sopra sopra le fette il formaggio a cubetti e poi copro con la zuppa bollente.
Spolverata di pepe rapida e via, a tavola.
Buon appetito!
Domenico
domenica 21 ottobre 2012
Boheme, Scala, 1979. Io c'ero
Cercando su youtube i video del M° Carlos Kleiber, alla ricerca delle prove del Fledermaus, mi sono imbattuto in questo video del quale ignoravo la realizzazione.Quando l'ho visto mi sono detto: ma io c'ero; mi aveva invitato nel palco Veronica, la sorella del M° Kleiber, che a quel tempo lavorava nel mio stesso studio, nella stanza accanto alla mia. E c'era anche un'altra mia cara amica, Paola Majno che tante volte ho citato e il cui ricordo porto sempre con me.
Riguardando il video non nego che mi è scesa più di una lacrima.
Lucia Popp, cantante ampiamente sottovalutata qui da noi, deliziosa voce e tecnica fermissima, morta troppo giovane. Il mio primo incontro con la potente voce di Luciano Pavarotti, anche lui passato a miglior vita, Rodolfo forse un po' sopra le righe, ma dalle vocalità potente e chiara, con quelle parole tutte perfettamente sgranate e comprensibili. E lui, il M° Carlos Kleiber, riservato, ma piacevolissimo conversatore del quale ancora conservo un piccolo regalo: una cartellina per tenere gli spartiti che tante volte ho usato quando cantavo, custodendola gelosamente.
Era la Scala dei grandi spettacoli, dei grandi nomi, delle produzioni faraoniche ed impeccabili; era la Scala ove il direttore provava fino all'inverosimile, dove i cantanti "temevano" di cantare in quel Teatro tanto selettivo (e anche un po' rompiscatole, se proprio vogliamo).
Rivedendo il video ho rivissuto quel momento; in quei "bravo" c'era anche la mia voce; e rivedendo il video mi sino rifatto la stessa domanda che mi feci allora; sciocca, forse, ma legittima. Come avrà fatto la Cotroubas a reggere quei due "Mimì" cantatile nelle orecchie da Pavarotti? Garantisco che erano potenti anche da lontano; figuriamoci da così vicino.
Ah, che bei ricordi!
Un saluto a tutti
Domenico
venerdì 12 ottobre 2012
Editoriale "C'era una volta ... il forum"
"Salve,
scrivo in breve a commento all'editoriale di Angelo Jasparro "C'era...una volta il forum". Non desidero che i miei dati personali siano pubblicati. Se preferisce può anche non pubblicare il mio intervento, non m'importa.
Scusate anticipatamente se sono diretto.
Sbaglio, o anche lei Jasparro proviene da altri forum, dal momento che da anni ho letto con piacere sue recensioni e pareri "altrove"?
E ha anche un bel blog, come spazio personale di "libertà". Intendo ....critica un modo di fare del proliferare indistinto dei forum, ma anche lei ha sentito la necessità di fondare un nuovo portale e avere anche un blog.
Cioè quello che ha criticato in altri, alla fine lo ha fatto anche lei.
Personalmente capisco invece la sua scelta, come quella di altri. Vede...Ci sono state cose nei forum, specie in passato, che a me, semplice utente, e a molti altri, non sono affatto piaciute; mai mi sono iscritto a nessun forum, ma ho letto articoli cercando informazioni su elettroniche e a volte ho assistito a scene virtuali di pessimo gusto reale.
2 esempi: la "moderazione" su un forum che inizia(va) per a e finiva per -w, che talvolta prendeva immotivatamente a pesci in faccia, con pesanti illazioni personali, parecchi utenti;
il divieto di velinismo politico (per es. un tempo nel forum che inizia per v, e ha una h) se non fosse per il fondatore che apparteneva (e lo diceva a caratteri cubitali) al "tavolo permanente socialista europeo", in barba a chiunque non fosse di quella idea.
Vede, i forum oltre a veri esperti che davano buoni pareri, e oggi ci sarebbe solo "rumore di fondo", avevano anche errori di condotta da parte degli stessi gestori o moderatori.
Uno su tutti: trattare a pesci in faccia gli utenti come fossero minorati mentali, solo perchè magari non erano esperti in hi end, manco fosse chirurgia d'emergenza che salva le vite.
Al che per me erano valide allora e valgono oggi alcune massime.
Una, di Epicuro, il Lathe Biosas. Si sta meglio, veramente.
L'altra di Marx (Groucho, non Karl Marx Mordecai Levi)
"Non voglio esser parte di un club che persiste nel tenermi in considerazione come un 'membro' ".
cari saluti e in bocca al lupo per l'iniziativa"
Noto un po' di confusione. Sito, blog e forum non sono la stessa cosa. Infatti nel mio sito non v'è un forum.
Per il resto, non mi sembra di aver mai trattato nessuno a pesci in faccia, nè sui forum (che peraltro ho frequentato pochissimo negli ultimi anni), nè di persona. Chiedermi di rispondere del comportamento di altre persone, mi sembra vada oltre ciò che volevo esprimere nel mio editoriale.
Grazie per gli auguri!
lunedì 8 ottobre 2012
domenica 30 settembre 2012
Considerazioni sull'editoriale del 25/09/12
Pubblicheremo lettere ricevute in audio-activity.com, che riteniamo meritevoli di eventuali commenti da parte dei Lettori. Salvo indicazioni contrarie e nel rispetto della privacy, non pubblicheremo che i nomi degli scriventi.
Ho letto l'ultimo articolo di Angelo audio-activity
Nel mio passato di ascoltatore ho fatto le considerazioni dei prezzi e salvo alcune volte dettate dalla necessità di cambiare in meglio a condizioni umanamente accettabili, ho privilegiato maggiormente l'acquisto di dischi.
Oggi infatti vanto una discoteca (cd e LP) di circa 3000 dischi ed in ogni monografia di musicisti reperibile su radio3 o rsi, le scalette includono al 99% brani che ho nella mia discoteca quindi il best della musica. Oggi vedo che le Magico Q7 me le potrei permettere con un grosso sforzo ma cercare di avere certi dischi, quelli sì introvabili, sarebbe cosa molto più ardua e molto più costosa. Spero di aver contribuito ad aggiungere un elemento in più alla discussione.
Buon ascolto a tutti.
Lorenzo
venerdì 7 settembre 2012
Ricominciamo
La formula di questo blog, che rimarrà aperto e presto si arricchirà di contributi, cominciava ad essere un po' stretta.
Ecco quindi che ho deciso di aprire un vero e proprio sito, tradotto anche in inglese, per allargare gli orizzonti.
Troverete lì tutte le informazioni ed anche il link a questo blog, al quale sono ormai affezionato.
www.audio-activity.com
Buona lettura
Angelo Jasparro
lunedì 27 agosto 2012
Che silenzio!
E' che stanno succedendo un po' di cose nel settore dell'editoria hi-fi iitaliana. Non posso anticiparvi nulla, i giochi sono ancora parzialmente da fare ma credo proprio vi sarà una specie di piccola rivoluzione. Forse neanche tanto piccola. Praticamente è la classica calma che precede una tempesta. Se poi questa passerà sulle nostre teste senza scatenare la furia degli elementi, è cosa che verificheremo a breve. Al Top Audio si scopriranno alcune carte. Altre carte, forse, anche prima. L'unica cosa che vi prometto è che non vi annoierete ed avrete/avremo da discuterne di persona, sui forum, sui social network.
Per quanto mi riguarda, non sono stato con le mani in mano ed ho buttato giù un "progettino" piuttosto ambizioso. Anche in questo caso, vi chiedo un po' di pazienza perchè devo finire di mettere a punto un paio di particolari che non dipendono da me solo. Ci sono troppe cose in movimento ed alcune opportunità da cogliere.
Speriamo che da tutto ciò nascano o si sviluppino realtà più consone al mercato ed alle tendenze attuali, che il tempo di "svecchiare" la stampa di settore è giunto.
A presto. Molto presto.
Angelo Jasparro
sabato 4 agosto 2012
LES CORNETS NOIRS e il tardo rinascimento ieri, a Milano
Nel ciclo di concerti Milano ArteMusica, ieri sera era previsto il concerto del gruppo svizzero Ensemble Les Cornets Noirs. In programma musiche del tardo rinascimento e del primo barocco raggruppate in un concerto a nome Echo e Risposta.
Il gruppo è composto da due cornetti, una dulciana, un trombone, due violini e due organi. La chiesa di Santa Maria della Passione, in Milano, si presta benissimo a questi repertori posto che ha due cori, ovvero due organi contrapposti che nascono proprio per quei concerti detti "a due cori" ove i due strumenti giocano tra loro, "rispondendosi".
L'Ensemble Les Cornets Noirs era quindi diviso in due gruppi, uno alla destra e uno alla sinistra dell'altare e il gioco era proprio quello di proporre le frasi musicali a turno, prima il gruppo a destra e poi quello di sinistra, con l'aggiunta dell'eco, ovvero dello strumento che risponde che suona piano e spostato all'indietro, così da far apparire il suono come proveniente da lontano.
Il programma comprendeva parecchi autori: Becker, Trofeoz, da Viadana, Re, Marini, Scheidt, Castello, Corradini, Gussago, Rossi e Staden.
Il cuore del concerto era ovviamente il suono del Cornetto, strumento antico popolarissimo fino a tutto il barrocco e poi caduto in disuso; un legno dal suono mordibo eppure potente, agile ma anche suadente e ieri ce n'erano ben due, suonati entrambi benissimo, senza quei problemi che caratterizzavano i primi tentativi d'uso di quello strumento da parte dei primi gruppi specializzati, o filologici, come accadde ad un concerto dell'Early Music Consort diretto dal troppo prematuramente scomparto David Munrow; in quel caso i suoni frono poco piacevoli con anche parecchie stonature, stonature che ieri sono state completamente assenti.
Com'è stato il concerto? Bellissimo. Prima di tutto gli strumentisti parevano i primi a divertirsi. Mai visto tanto sorriso da parte di strumentisti evidentemente consci della propria bravura e felici di suonare quella musica tanto affascinante.
Loro sono bravissimi, si muovono molto e con gesti ampi per "darsi il tempo" tenendo conto della grande distanza fisica che c'è tra un coro e l'altro, ma malgrado questi movimenti ampi non c'è mai stato nessuno scoordinamento ed anzi tutto è filato liscio per tutta l'ora e venti della durata del concerto. La musica è da ingordigia; bellissimi i brani, belle le "invenzioni" dei compositori, splendido l'impasto timbrico.
Il concerto di ieri è contenuto in un SACD con lo stesso titolo del concerto, proposto dall'etichetta Audite che in parte ripropone quanto ascoltato ieri, fatto salvo che una chiesa resta una chiesa e un impianto hi-fi in una casa resta un impianto hi-fi in una casa: a casa resta la bellezza, ma manca un po' di emozione.
Ovviamente il costo era il solito di 10 €; spesi benissimo anche in questo caso.
Entusiasmo del pubblico e bis, con anche la discesa avanti al pubblico del gruppo per un sentito ringraziamento reciproco.
Un saluto
Domenico
mercoledì 1 agosto 2012
Il Flauto barocco a Milano; Ensemble Estro Cromatico
In programma sonate in trio e musiche per flauto e b.c. di Arcangelo Corelli, G.F. Haendel, G.P. Telemann e di Francesco Maria Veracini, oltre alla toccata, eseguita al clavicembalo solo, BWV 916 di Johann Sebastian Bach.
Che dire? Che siano bravi è poco. Non un attacco fuori tempo, un gioco d'insieme di grande livello, a volte spettacolari i tempi tenuti, tempi che apparentemente sembravano avvantaggiare il bravo flautista, ma che in realtà, ad orecchie più attente, rendevano evidente il lavoro d'insieme proprio nel basso continuo, con la violoncellista sempre perfettamente in tempo e chiarissima nel fraseggio; non che il cembalista fosse da meno.
Molto elegante l'esecuzione della toccata tripartita di Bach: gusto per la scelta dei pur minimi "rubato" e una diteggiatura chiarissima che ha reso ancor più evidente l'inventiva bachiana.
Riconfermo, se mai ce ne fosse bisogno (e la chiesa stipata di ieri sera lo dimostra) che i concerti di Milano ArteMusica sono veramente degni della massima attenzione, ancor più considerando i 10 € necessari per accedervi.
Chiusura con applausi fragorosi per un gruppo giovanile ma ormai maturo, con anche la concessione entusiastica - da parte del gruppo, forse sorpreso da tanto (giustificato) calore - di due bis.
Grande musica, con un grande gruppo.
E venerdì si ripete con musiche per cornetto, con il gruppo Les Cornets Noirs in Santa Maria della Passione ove probabilmente i due cornetti sfrutteranno i due cori già presenti per interloquire tra loro e rendere ancora più spettacolare la resa di questo particolare strumento.
Un cordiale saluto
Domenico
sabato 21 luglio 2012
20.7.2012. De Machaut e Hilliard a Milano
Pensavo ci trovassimo in una ventina di persone; in realtà San Simpliciano, chiesa piuttosto ampia, era piena. Avanzavano forse una decina di sedie verso il fondo. Il pubblico è stato in silenzio ed attento per la durata del concerto (circa un'ora e tre quarti), malgrado il repertorio, affascinante certamente, non fosse dei più facili.
La messa è stata inframmezzata da responsori di autori anonimi, probabilmente tratti dai canti processionali di Santiago de Compostela.
Quel è certo è che l'Hilliard Ensemble ha dimostrato di essere sia vocalmente, che nel gioco d'insieme, ai massimi vertici odierni. Non un attacco errato, intonazione perfetta, voci sufficientemente potenti da poter essere ascoltate senza sforzo alcuno in ogni angolo della chiesa, anche il più remoto e soprattutto una dizione chiara (con qualche concessione a quello che io chiamo il latino tedesco, ovvero il benedicimus che diventa benedizimus). Forse stilisticamente avrei gradito qualche mordente in più sulle note acute, in omaggio all'arte araba che ai tempi aveva una sua forte influenza sulla cultura musicale continentale. Ma francamente, come si suol dire, "grasso che cola".
Alla fine del concerto, quale bis e forta della sua collaborazione ormai lunga con il compositore lettone Arvo Part, l'Hilliard ci ha regalato un'anteprima di una composizione del buon Part, dimostrando, semmai ce ne fosse bisogno, che loro "sanno" come si affronta il repertorio moderno: perfetti nell'intonazione delle dissonanze tipiche del Part vocale, perfetti nei pianissimo, perfetti nei forte. La standing ovation finale ha dimostrato che il pubblico ha gradito.
Un grande concerto, con un repertorio poco frequentato, con un gruppo di rinomanza mondiale e il tutto per 10,00 €. La stagione di concerti Milano ArteMusica regala momenti di grande bellezza, il tutto a prezzi assolutamente sopportabili.
Qui una foto dell'Hilliard fatta ieri sera, a fine concerto, con un "infltrato" (a dire il vero sono due, che ci sono anch'io, ma ero vestito di nero, come si conviene ad un ex cantante e sono un po' mascherato nel gruppo).
A presto
Domenico
venerdì 20 luglio 2012
Judith Nelson, soprano. 1939 - 2012
Judith Nelson è stata una delle più importanti interpreti del repertorio barocco insieme con altre colleghe note come Barbara Schlick, Jill Feldman, Nancy Argenta, Emma Kirkby.
La Nelson, discograficamente parlando, è stata prolifica, almeno al pari delle altre, ma in qualche modo ha pagato il confronto proprio con la Kirkby che divenne immediatamente più popolare di lei. Basti ricordare il Messiah diretto da Hogwood, ove tutti ricordano la Kirkby ma meno la Nelson. Ed è un peccato perché la Nelson, pur senza essere una fine interprete del testo cantato, come lo è la Kirkby o come lo fu la Schlick, era una cantante dotata di un ottimo mezzo, agile, intonato e anche discretamente potente: la ascoltai dal vivo e lei, che non cantava con lo stile gentile della Kirkby che non spinge mai oltre certi limiti, era in grado di lanciare potenti acuti che facevano risuonare le volte della chiesa.
Ha lasciato, oltre al citato Messiah, la sua partecipazione in alcune altre registrazioni di Haendel sempre sotto la direzione di Hogwood (le musiche di scena per l'Alceste, l'Ode per la nascita della regina Anna, l'Anthem For The Foundling Hospital), oltre a Haydn (Messe), nonché registrazioni di pregio per Harmonia Mundi come alcune cantate d Haendel interpretate sola o in duo René Jacobs e le Léçons des Ténèbres di Couperin e quelle di Charpentier, sempre con Jacobs e con Junghenel.
Un grande dispiacere nell'apprendere della sua scomparsa: è morta dopo aver vissuto per anni con l'Alzheimer. Aveva solo 72 anni. Che riposi in pace.
Qui il link al video del Messiah di Haendel nell'esecuzione di Hogwood. La Nelson canta a min 0.37,10 nel recitativo There Were Shephards e nel successivo recitativo arioso And Low The Angels Of The Lord, por poi, dopo il Glory To God del coro, affrontare l'aria Rejoice Greatly.
http://www.youtube.com/watch?v=1-aaEkdKssE
Un saluto
Domenico
Siamo tutti audiofili?
Cominciamo col dire che l'aggettivo "audiofilo", nel vocabolario italiano, non esiste. Potete trovare la voce su Wikipedia ma, si sa, senza nessuna pretesa di autorevolezza, in quanto chiunque può scrivere qualsiasi cosa, fino a prova contraria. Questa la spiegazione, testuale:
"Con il termine Audiofilia si intende la materia che studia il miglioramento della musica riprodotta da apparecchiature elettroniche in ambiente domestico, da parte di un appassionato audiofilo."
Vi risparmio il resto della descrizione, che è abbastanza ridicolo.
Personalmente uso il termine con connotazione vagamente dispregiativa e non per snobismo, come qualcuno ha detto ma semplicemente perchè metto la musica davanti al resto.
La parola deriva probabilmente dalla nazionalizzazione del pari termine anglosassone. Se si tratti di un neologismo diventato ufficiale, in questo caso, non saprei davvero.
Bando alle ciance, vi voglio raccontare l'ultima visita di un "audiofilo" presso la mia sala d'ascolto. Giunto che fu con zainetto d'ordinanza, pieno di CD, si è subito accomodato sul mio divano, con le orecchie tese al particolare.
Dopo il primo sguardo ai componenti afferma: "Sicuro che quei finali vadano bene coi tuoi diffusori"? Ho già capito, questo è arrivato convinto che il mio impianto suoni in un certo modo e non cambierà idea neanche se gli attacco un equalizzatore e stravolgo tutto.
Vi confesso che sono sempre curiosissimo di vedere cosa usano le persone per effettuare i loro ascolti, che già dall'inventario della loro "materia prima" comincio a stilarne un ritratto di massima.
martedì 17 luglio 2012
Colpa dell'Hi-End?
"LA COLPA E' DELL' HI END !!!!!!!è un po' che ci penso: quando c'erano gli ampli NAD 3020, Pioneer SA 8500 II, Sansui ecc.. ecc... c'erano anche i controlli di tono. Se uno voleva un suono più gonfio metteva il loudness o aumentava un pelino i bassi.
Se invece voleva il suono chiaro e frizzante aumentava gli alti.
Se infine gli piaceva il suono sparato metteva il loudness e alzava ancora gli alti
Oggi invece per colpa dei prodotti ESOTERICI del piffero, SENZA CONTROLLI DI TONO, per cambiare timbrica si deve:
- cambiare testina
- cambiare braccio
- cambiare base giradischi
- cambiare CDP
- cambiare DAC
- cambiare meccanica CD
- cambiare cavo di segnale
- cambiare cavo di potenza
CAMBIARE TUTTO!!!"
Proverei a spiegare che l'alta fedeltà deve tendere alla fedele riproduzione dei suoni. Se uno vuole un suono più gonfio o più frizzante, cambia arbitrariamente il risultato. Nulla di male, per carità, se usiamo lo stereo per far ballare gli amici è d'obbligo aumentare il livello degli estremi banda.
L'elenco delle cose riportate da Paolo non dovrebbe avere lo scopo di cambiare timbrica ma quello di avvicinare il suono alla maggior fedeltà. Non si cambia testina come si cambia un vestito. La si cambia perchè si può preferire un modello al posto di un altro in determinati frangenti o con determinati generi musicali ma non perchè suona diverso; la si cambia perchè suona MEGLIO quel genere.
Il cambio di un apparecchi non dovrebbe servire per avere più bassi o più acuti ma per ottenere un suono che è composto da mille diverse sfumature; piccoli dettagli, ricostruzione della scena, senso di realismo. Tutte cose che non si ottengono ruotando un potenziometro, nè equalizzando col più moderno DSP.
E comunque il discorso di Paolo è coerente: se uno "mette il loudness ed aumenta ancora gli alti" non ha certo bisogno di un impianto hi-end.
lunedì 16 luglio 2012
20.7.2012 - Guillaume de Machaut a Milano
Il programma non è di quelli più popolari ed eseguiti; val la pena di pensarci.
I biglietti, del costo di 10,00 €, si acquistano o presso la Segreteria della Parrocchia di Santa Maria della Passione, in via Conservatorio (da lunedì a venerdì, dalle 9,30 alle 11,30), oppure da 40 minuti prima dell'inizio del concerto.
Questo il sito della stagione: http://www.lacappellamusicale.com/mam2012.htm
Buona giornata
Domenico
sabato 16 giugno 2012
Jean Gilles, Requiem: la morte allegra
L'esecuzione in mio possesso è quella di Philippe Herreweghe su etichetta Harmonia Mundi (Herreweghe ne fece una in precedenza per la Archiv, ma prefrisco quella di HM). La cosa che lascia immediatamente perplesso chi ascolta è il lungo rullo di tamburo, ben cadenzato, che inizia l'opera: dovrebbe quindi essere il tamburo che scandisce il passo dei portantini che trasportano la salma dall'ingresso del Tempio al catafalco. Poi inizia un Requiem Aeterna cantato dal tenore, con un accompagnamento d'archi anch'esso piuttosto cadenzato e al termine del Requiem Aeterna inizia la meraviglia: l'Et lux perpetua è affidato al duetto soprano/basso ed al coro ed è un allegro piuttosto veloce, che tutto pare fuorché un brano tratto da un Requiem.
E qui secondo me sta la bellezza del Requiem di Gilles, che non si limita all'Et lux perpetua. Ogni opera si presta a mille interpretazioni da parte di ognuno di noi; e nella contrapposizione con l'esecuzione di Harnoncourt del Requiem di Mozart, qui, in questa partitura e con questa direzione, si ha l'idea della gioia del trapasso, della fine delle terrene tribolazioni e della gioia nell'esser giunti a caminare tra i Verdi Pascoli del Paradiso.
Non mi sto a dilungare più di tanto. Il CD è regolarmente reperibile in tutti i negozi nella serie a basso prezzo Musique d'Abord di Harmonia Mundi. Chi ho incuriosito con questa visione gioiosa della morte, saprà dove andare a fare l'acquisto. La registrazione, poi, è di quelle da manuale.
Un cordiale saluto
Domenico
Mozart, Harnoncourt e il Requiem
Era il 1982 ed il buon Harnoncourt decise che era giunta l'ora di lasciare fissato nei solchi di un lp il suo pensiero sul Requiem di W.A. Mozart.
Quel Requiem, reso ancora più "inquietante" dalle scene del film Amadeus di Milos Forman, aveva bisogno di una revisione, di una "svecchiata" e Harnoncourt (affettuosamente detto Harno) prese la palla al balzo e con il suo Concentus Musicus Wien, qualche musicista aggiutivo, il coro di Stato di Vienna, il soprano Rachel Yakar, il mezzosopranoo Ortrun Wenkel, il "tenore di sempre" Kurt Equiluz ed il bassso Robert Holl registrò la sua prima versione del Requiem.
Detto che i solisti sono tutti molto bravi e con delle voci molto belle (correttamente angelica la Yakar) e che Equiluz anche qui ha il suono al quale ci ha abituati nel ciclo delle Cantate, delle Passioni e degli Oratori bachiani sempre con Harnoncourt, con anche quel modo di emettere il suono in "forte" già all'attacco, così caratteristico e rinonoscibile, quel che colpisce in questa esecuzione è la tensione che, tramite un'accentazione dinamica portata quasi all'esasperazione, dà un senso di disperazione, certo di terrore per il passaggio dalla vita terrena a quella, ignota, dell'Aldilà.
Sin dall'attacco del Requiem Aeterna questa senzasione di paura è presente, per giungere tale e quale al Lachrimosa (bellissimo, quasi lacerante). La cosiddettà seconda parte, ovvero quella portata a compimento dall'allievo di Mozart Franz Sussmayr e che si dice parta con il Sanctus, ha un'aria parecchio diversa: non so, ma più ascolto la direzione di Harrno e più mi par di sentirgli dire "ecco, dopo il Lachrimosa si dice che Mozart sia morto. La paura di Mozart è finita e ora Sussmair è un'altra persona, con una diversa concezione della morte e quindi cambio registro".
Io sono maleducato, lo dico smpre. Quando assisto al Requiem di Mozart, forse complici anche le immagini del film di Foreman, con il Genio Mozart gettato in fossa comune, quasi la sua genialità fosse stata incompresa dai suoi coevi, mi alzo dopo il Lachrimosa e lascio la sala. Ognuno ha le sue piccole manie ed una delle mie è proprio questa.
La registrazione la si trova, non senza quale difficoltà, nell'originale vinile di Telefunken e riversata in CD nel catalogo mid-price della Elatus. Metto entrambe le foto, cosicché non si confonda questa esecuzione con altre successive di Harnoncourt che però non mi paiono mantenere la tensione emotiva che ha questa, che rappresenta proprio una diversa visione rispetto ai vari Gardiner, Hogwood ecc per i baroqueux o Karajan, Celibidace, Davies o Bernstein per i moderni.
Visto che il blog si chiama Hi-Fi e Musica, un accenno anche alla tecnica che è valida, con solo quale effetto di spostamento di alcuni elementi che saltuariamente prendono il sopravvento.
Un cordiale saluto
Domenico
giovedì 7 giugno 2012
Giradischi Bauer Audio DPS "Der Plattenspieler"
DPS sta ad indicare il nome tedesco Der Plattenspieler, ovvero semplicemente "il giradischi".
La versione 1 è stata abbandonata da tempo; aveva il cambio della velocità manuale.
Oggi estistono la versione 2, che è quella che ho io e che costitusce, per così dire, la versione base, mentre la 3 è quella con l'alimentazione potenziata ed è il top of the line: va precisato che l'unica cosa che cambia tra il 2 ed il 3 è proprio l'alimentatore, mentre tutto il resto (quindi giradischi vero e proprio e motore) è identico.
Il DPS, nella versione 3, è stato indicato quale miglior giradischi provato nel 2010 dalla rivista americana Stereophile. Ho letto quella recensione, ma mi è parso di leggere qualcosa che avrei potuto scrivere io già della versione 2. Peraltro è da dire che il DPS godeva della stima anche di Kondo e di Ikeda, giusto per far tacere sul nascere le solite polemiche sui giradischi a cinghia e i loro presunti limiti, nonché dei gusti dei giapponesi che vorrebbero solo giradischi dei "bei tempi andati".
venerdì 25 maggio 2012
Forum di AudioReview
Mi sembra giusto, ora che sono al corrente della versione ufficiale dei fatti, informare tutti voi.
Mentre chi di dovere si stava occupando della migrazione su un nuovo server, la qual cosa implicava l'aggiornamento della piattaforma VBulletin e la fusione col forum di ACS, il server ha subito un crash irreversibile.
I responsabili stanno lavorando per far ripartire il tutto nel più breve tempo possibile ma ci vorrà ancora qualche giorno.
Grazie per la pazienza.
Angelo
martedì 22 maggio 2012
Commenti ai post
Un saluto affettuoso ai lettori del blog ed un ringraziamento a coloro che collaborano per renderlo interessante.
domenica 20 maggio 2012
donna summer
venerdì 18 maggio 2012
DIETRICH FISCHER-DIESKAU (1925-2012)
Ma è venuto a mancare anche lui e questa volta veramente non trovo le parole per esprimere il mio dispiacere.
Troppe emozioni vissute sulla sua voce. Troppi ricordi.
Riposi in pace e un ringraziamento per tutto quel che ci ha lasciato
Domenico
domenica 13 maggio 2012
Leonardo Extreme Audio
Ieri mattina, in compagnia di due amici e di un conoscente di rete, siamo partiti in direzione Preganziol.
Il programma era: incontro presso gli studi Magister di Marco Lincetto di: Marco Lincetto stesso, Aldo Zaninello (ed il suo socio di cui non ricordo il nome), diversi altri conoscenti di forum, ed amici da tempo, per partecipare alla presentazione del modello Leonardo della Extreme Audio (che poi, credo, verrà documentata su Audio Review in quanto era presente con noi un loro recensore che ha preso diverse foto).
La fonte è stata alternativamente un CDP Mark Levinson N^30.5/31.5 e liquida.
L'amplificazione Grandinote: preampli Proemio e finali Demone (anche Massimiliano Magri, "patron" di Grandinote era presente all' evento) ed anche i cavi (non vorrei dire un nome sbagliato mi pare white Gold, lo stesso usato all' interno della cassa per il cablaggio, presente anche il suo costruttore).
Abbiamo quindi potuto ascoltare per circa mezz' ora solo noi 4 più queste persone.
La stanza è molto alta e grande e con il tetto a colmo, limitata lateralmente da pannelli vetrati/fonoassorbenti e con le pareti in mattoncini a vista.
Le casse sono in plexiglass nero (si possono avere anche di alktri colori, perfino trasparenti ci dice A Zaninello) e appaiono come dei pannelli rettangolari laccati neri alte circa 170 cm e larghe un 60 cm. La base sempre in plexiglass nero, poggia su punte a loro volta poggiati su cubetti (sembra grafite).
La "faccia" del pannello è attraversata da scanalature verticali nelle quali sono posizionati i nastri dedicati ai bassi (in una il tweeter).
http://www.fedeltadelsuono.net/news/images/EXTREME%20AUDIO/Leonardo.jpg
Questa foto è l' unica che ho trovato su google, spero si veda abbastanza bene.
sabato 5 maggio 2012
Sistema TOP! ALE 6 vie esa amplificato in corrente
Prima però facciamo tappa all' area di servizio Assago sud, dove un secondo amico, proveniente dal lago Maggiore, ci aspetta. Caricatolo in macchina, ce ne andiamo verso la nostra meta sparando un po' di caxxxte tipiche di conoscenze di vecchia data.
Verso le 11 siamo alla meta dove ci aspettano: un terzo amico della zona di Castiglione delle Stiviere insieme a Be Yamamura,ed al nostro anfitrione.
Ci conduce davanti al suo impianto, che già in parte conoscevo ed avevo descritto in altro 3D qui.
Comunque si tratta di un sistema TOP della ALE.+ BY
6 Vie. driver + tromba usati sin dalla gamma sub woofer fino al super tweeter.(insomma anche le gamme più basse sono riprodotte da driver a compressione + tromba, nessun woofer presente).
Fonte: musica liquida/PC
XOver: programma (se ho ben compreso) fatto da BY
EQ: sempre stesso programma
6 convertitori D/A
12 finali mono in corrente.
Insomma un ingombro di spazio importantissimo ed un dispendio di mezzi ed energie mostruoso (sia lui che Be ci lavorano da molto tempo ormai credo).
Ascolto che è incredibilmente intrigante!
Infatti su certi pezzi ed a certi volumi, il realismo, a mio gusto era indiscutibile e gli strumenti "palpabili".
Rispetto alla vecchia configurazione, deciso miglioramento per tutti i parametri.
mercoledì 2 maggio 2012
concertone del primo maggio
lunedì 30 aprile 2012
Dove l'Hi-Fi è di casa
Ecco, ci siamo.
Comincia quella che ritengo sia l'avventura professionale più interessante dell'anno:
la manifestazione HIGH END 2012, che come ogni anno si tiene a Monaco di Baviera.
Posso sbagliare ma sono convinto che da un paio d'anni a questa parte sia diventata la maggior esposizione al mondo di alta fedeltà. La concorrenza di Las Vegas è forte ma se si depura la fiera americana dell'elettronica che non appartiene al nostro settore, la lotta è serratissima.
Partirò domani e rientrerò il giorno 7, così me la prenderò con comodo e mi godrò anche un po' del "dietro le quinte". Il report sarà, al solito, pubblicato da AudioReview ma se riesco ad inventarmi qualcosa di interessante, scriverò un pezzo anche per questo blog, che ultimamente e non per mia volontà, sto trascurando un po'.
Monaco Hi-End
A presto
domenica 29 aprile 2012
non mi serve più...
mercoledì 18 aprile 2012
ma l'hi-fi invecchia?
La domanda invece ha un fine diverso; un paio di mesi orsono ho cambiato casa, avendo a disposizione molto più spazio ho deciso di riesumare alcuni componenti che avevo messo da parte visto che nella vecchia casa non avevo la possibilità di utilizzarli. Bene, scelgo gli scaffali della libreria, monto imprecando amplificatore, piatto giradischi, piastra a cassette, lettore cd e casse, sudando e sbuffando (la libreria in oggetto non ha un accesso posteriore...). Metto la spina, accendo l'amplificatore e..salta la luce. Riattacco il contatore, riaccendo l'amplificatore e stavolta nessun distacco della tensione: mi sento tranquillizzato, accendo in sequenza tutti gli altri apparecchi ma...nel lettore cd non si apre il cassetto, la piastra non va nè avanti nè indietro, e quando riesco a convincere il piatto a mettersi in moto, dai box esce il rumore di una banda di topi che passeggia in un solaio...
Tolgo la protezione alle casse, e scopro con orrore che il foam di sospensione dei coni è completamente corroso. Per fortuna ho ancora il numero di telefono del negozio che ventiquattro anni fa mi ha venduto i componenti, e loro mi indirizzano ad un giovane tecnico che si dice disposto a visionare, preventivare ed effettuare la riparazione, Con mio sollievo e con una spesa modesta ho riavuto l'impianto funzionante nel giro di pochi giorni, ma resta la domanda del titolo del post: l'hi-fi invecchia per mancato utilizzo o perchè i materiali, inevitabilmente, si degradano in tempi più rapidi di quanto si possa immaginare?
venerdì 6 aprile 2012
Un ascolto "privato": cavo di segnale AS DS Ag
Parlo poco di cavi. Non li considero così importanti come le elettroniche, come pare invece intenda qualcuno. Ma non sono neppure di quelli che negano la loro influenza sul risultato finale, al di là degli ascolti ciechi o non ciechi che siano (peraltro faccio sempre ascolti in cieco, con l'aiuto di qualche parente, tipicamente mio nipote, musicofil/audiofilo pure lui come lo zio che gli ha attaccato la "malattia").
Soprattutto fatico spesso a capire certi costi che paiono scorrelati dalla realtà o dalla quantità e qualità del materiale usato: vero è che spesso dietro alcuni cavi ci sono degli studi e tanti tentativi che in qualche modo giustificano alcuni costi.
Ma in questo caso sto parlando di un cavo in argento (quindi già uno si spaventa al solo pensiero) che, molto ben terminato e nella misura standard di un metro, costa 190,58 €.
mercoledì 4 aprile 2012
Un ascolto "privato" - FORTEVITA
Non ero solo e chi mi ha accompagnato, se vorrà, potrà scrivere e confermare (o confutare) quanto qui andrò a scrivere.
lunedì 2 aprile 2012
Warren Zevon Excitable Boy
lunedì 26 marzo 2012
Bari hi-end 2012, report
giovedì 15 marzo 2012
BARI HI-END 2012
mercoledì 14 marzo 2012
GaKuOn Audio Note japan
venerdì 9 marzo 2012
dry the river - shallow bed
Cominciamo dalla copertina: uno la guarda e si aspetterebbe di stare andando ad ascoltare uno dei soliti dischi metal-horror che tanto piacciono ai ragazzini americani. Invece no; questo cd, il primo completo dopo una serie di EP, pone alla mia attenzione un gruppo sconosciuto: sono inglesi, si acconciano e suonano come i migliori gruppi indie-country americani. E il motivo c'è: sono stati prodotti dallo stesso produttore di Interpol e National. Il cd contiene undici tracce, alcune ingenuamente country-pop, altre invece di rara potenza, e che indulgono sulle stesse orme lasciate ad Arcade Fire, National, Mumford & Sons tanto per citarne alcuni.
Superata la prima traccia, che scorre via senza particolari emozioni, si incontrano due brani potentissimi, "new ceremony" e "shield your eyes". Sono due brani confezionati con un sound ridondante, emotivo, barocco, che invogliano a fare coro (così come ho fatto io in questi ultimi due giorni in cui ho avuto shallow bed in heavy rotation nel lettore della mia automobile). Gli altri brani scorrono nuovamente in maniera tranquilla, fino all'ultima traccia, una concept track di quasi sette minuti in cui, dopo un attacco lieve, armonico, si accende di un carnale erotismo elettrico, in un crescendo ricco di stratificazioni tra strumenti, con in background una tromba nostalgica: una apoteosi, condita anche da una potente batteria. Questa traccia, la numero undici, dal titolo di "lion's den", l'ho fatta suonare almeno cinque-sei volte di seguito, rimanendo sorpreso della sua terribile forza. "Night descended like a blanket, on the house where I miss you like a limb.
I close the curtains, shun the working and I put your record on."
Dei Dry the river, sentiremo parlare.
che il rock sia con voi
lunedì 5 marzo 2012
Sfascisti
Eh, si, perchè siamo da sempre abituati a coloro che criticano le mostre di alta fedeltà
che si tengono nel nostro Paese ma ogni giorno che passa pare che alcuni personaggi facciano a gara a chi sparge più letame su forum e gruppi di discussione.
Ieri, a Milano Hi-End ancora aperto, la chicca delle chicche, che riporto testualmente da un forum:
" Arrivato alle 10.30, uscito alle 11.30.
e non ho fatto ascolti affrettati, proprio le salette erano inascoltabili.
Il resto era quantomeno imbarazzante, una mattinata buttata."
Milano Hi-End 2012. Consiglio agli espositori
giovedì 1 marzo 2012
Ciao Lucio
Lucio Dalla ci ha lasciati oggi.
Ha rappresentato una parte importante della musica italiana degli ultimi 45 anni.
Il suo stile innovativo, pur nei limiti della melodia che appartiene alla nostra cultura musicale,
ha fatto epoca, così come l'hanno fatta i suoi testi (spesso scritti in collaborazione con altri autori) mai banali, che trattassero di ingorghi su un'autostrada o di amore.
Ricordo quando me lo presentarono agli Stone Castle Studios di Carimate o quando, durante un concerto all'Arena di Milano, eseguì per la prima volta una "Caruso" non ancora pubblicata su disco e scritta un paio di mesi prima di quell'occasione.
Il pubblico restò impietrito all'ascolto di un brano dalla forma inaspettata e dalla melodia che strappava la pelle d'oca a chiunque fosse pronto ad accoglierla.
Non ho voglia di scrivere tristi coccodrilli per un uomo che sorrideva sempre e non lo farò.
Grazie, Lucio, per aver costellato la mia vita di belle canzoni.
Voglio qui ricordarne qualcuna, come mi viene alla mente:
Nuvolari
Stella di Mare
L'anno che verrà
Anna e Marco
La sera dei miracoli
4/3/1943 (ti mancava poco per festeggiare)
Com'è profondo il mare
L'ultima luna
Caruso
Futura
Il Coyote
Eravamo in tanti a volerti bene ...
Il Coyote
lunedì 27 febbraio 2012
Appuntamento per il fine settimana
Eccolo qui, come tutti gli anni.
Se verrete, sarà un piacere potervi incontrare, altrimenti ve ne parlerò sulle pagine di AudioReview.
A presto.
Angelo
domenica 26 febbraio 2012
Un altro grande ci ha lasciati: Maurice André
Aveva 79 anni: 79 anni vissuti sempre in primo piano, lui che era stato uno dei pochissimi sopravvissuti all'avvento della filologia.
La sua tecnica, il suo gusto, lo avevano quasi fortificato proprio nell'epoca dei barocchisti, tecnica e gusto che si imponevano anche a chi dirigeva e suonava con lui.
Maurice André restituiva sempre qualcosa di semplicemente "bello", al di là delle intenzioni del compositore (anche perché mi pare difficile scoprire intenzioni particolari in composizioni di Haydn o Hummel o Telemann che vadano al di là del semplicemente "bello").
Poche righe per colui che ha ridato dignità concertistica alla tromba, strumento che dopo i fasti di XVII e XVIII secolo, fu poi confinato al solo ruolo di componente dell'orchestra, con a volte un ruolo da primadonna (l'attacco del primo movimento della Quinta di Mahler; l'inizio dei Quadri di una Esposizione di Musorgskij).
Un ringraziamento al M° André per quanto ci ha lasciato, con un catalogo ragguardevole e praticamente sempre non meno he pregevole.
Domenico
sabato 25 febbraio 2012
gli Air dalla Francia allo spazio vicino
Riprendo a scrivere; gennaio e febbraio sono stati mesi faticosi (a causa di un interminabile trasloco in una nuova casa ed altri personali motivi) e di ascoltare nuova musica ho sì avuto tempo, ma non tanta voglia di scrivere. Dalle mie orecchie è passato in questi giorni un nuovo particolare cd degli Air, gruppo francese che si è fatto conoscere per lavori spesso in bilico tra lounge e pop sofisticato.
In questo disco si sono occupati di una colonna sonora: non di un film qualsiasi, ma della versione restaurata e colorata de "le voyage dans la Lune" di George Melìes, un pioniere del cinema e in questo caso anche della fantascienza. Il risultato, a mio parere, è straordinario, difficilmente etichettabile, mi viene di scrivere "cyberfunky", ma ancora non rende l'idea. Sono brani stralunati, dalle sonorità strane, eppure resi vivi da un tappeto di percussioni che li rendono ascoltabilissimi; si sente che ci hanno messo passione nel realizzare questo disco speciale (che esce in sole 70000 copie in tutto il mondo, insieme al dvd della pellicola restaurata, che dura solo sedici minuti), espandendo sotto forma di strane canzoni gli spezzoni creati per sonorizzare il viaggio sulla Luna di Melìes. Reminiscenze floydiane, frankzappiane, kraftwerkiane, portano come risultato ad un grande lavoro, appassionato.
Consigliato, magari sarà difficile trovarne una copia, voto 9.5.
che il rock sia con voi.
martedì 14 febbraio 2012
Dedicato ad un amico ...
Siamo quindi in piena "filosofia della riproduzione", la stessa che ricorre da anni nelle menti più inquiete degli appassionati di audio. Sono sicuro che, prima o poi, tutti ci siamo posti quest'interrogativo. Qualcuno ha trovato una sua risposta e si è messo il cuore in pace, qualcuno non ancora. Mettetemi pure nella schiera dei secondi. Possiamo provare a parlarne qui, dove non ci sente nessuno, così il discorso resta confinato tra poche persone (principalmente il sottoscritto, direi).
domenica 12 febbraio 2012
Whitney Houston, 1963/2012
48 anni è presto per andar via.
Ieri, giù storto di mio perché era l'anniversario della scomparsa di mio padre, ho appreso anche che Whitney Houston non c'è più.
Difficile crederci.
Verso la fine degli anni 80, mentre gironzolavo per il centro cittadino, da una boutique di via Montenapoleone, vidi uscire delle guardie del corpo, tutte di colore, enormi: dietro di loro uscì una statua di ebano, di una bellezza di quelle che ti casca la mascella, avvolta in un giacchino di pelliccia e pantaloni in pelle, scarpe col tacco a spillo e una massa di ricci neri in testa. Era la Houston. La seguii da lontano e poi entrai da Gucci dove nel frattempo era entrata anche lei. Simpatica, rideva e scherzava con chiunque, stringeva mani, scambiava sorrisi, baciò persino le commesse prima di uscire; un comportamento totalmente diverso da quello della sua altera (e anche un po' indisponente) zia Dionne Warwick, o anche più semplicemente da una Rita Pavone, o da una Pravo, o da una Vanoni, per tacere della Minelli e della Carey.
venerdì 10 febbraio 2012
E visto che il blog si chiama "Hi-fi e musica"....
Oltretutto è un'altra anteprima JBL di questo blog (mondiale? Forse no, ma italiana sicuramente sì), visto che l'ho ricevuto proprio stamattina dalla casa madre:
"...A life-long user of JBL equipment in the studio, on tour and at home, McCartney's appearance as a JBL "Hear the truth" artist is a testament to the enduring impact the brand has had on musicians and music fans since the dawn of the rock era."
lunedì 6 febbraio 2012
Piagnistei
Non se ne può più.
Ciclicamente si leggono nei forum thread che affrontano la crisi del mercato dell'alta fedeltà nei modi più inverosimili.
Il "dagli all'untore!" è l'hobby preferito da gente che si diverte a scrivere stupidaggini, con l'immancable corollario dei "quoto" da parte di chi si fa lavare il cervello dalle "critiche a priori", quelle che basta che ci siano e vanno per forza bene. La moda dell'essere contro l'ordine delle cose è sempre attuale.
E' evidente che quando un mercato entra in crisi le colpe siano molteplici ma possiamo fare esempi di prodotti o intere categorie merceologiche che sono scomparse dalla circolazione senza colpe particolari, per i motivi più diversi.
martedì 31 gennaio 2012
I listini italiani di JBL Professional degli anni '80.
Penso che questi listini possano essere utili a chi ricerca le caratteristiche tecniche ed i prezzi dell'epoca; per ora ce ne sono tre, ma poco per volta ne aggiungerò altri.
Li ho messi sul mio spazio web, in questa pagina dedicata alla documentazione tecnica JBL: http://www.cieri.net/jbl.html
Lector presenta il suo nuovo convertitore
Si tratta del nuovo convertitore Digitale/Analogico Digicode S-192.
Il prezzo al pubblico sarà di euro 4.500 IVA compresa.
Ecco le caratteristiche:
Led indicator for analog and digital supply
Led lock for spdif/aes-ebu input
martedì 24 gennaio 2012
Sarah Vaughan & George Gershwin
Purtroppo tutti mi riconoscono come uno che ascolta solo musica vocale barocca; il che non è affatto vero. Ascolto di tutto, compresi David Guetta, Ne-Ho, Byoncée e Rjhanna, alla faccia di chi non ci crede.
Ed infatti qui vi parlo di un disco di canzoni di George Gershwin interpretate da Saray Vaughan con la Los Angeles Philharmonic Orchestra diretta da un ancor giovane Michael Tilson Thomas.
A questa registrazione sono particolarmente affezionato perché vinse il Grammy Award e Sarah Vaughan lo venne a sapere proprio il giorno in cui tenne un concerto a Milano, al Teatro San Babila, concerto al quale ero presente.
Detto che la signora Vaughan era una che al pianoforte ci sapeva fare e manco poco (iniziò il concerto con un piccolo morceau di Mozart; si interruppe, sorrise e disse "mi sono confusa" e scoppiammo tutti a ridere), in questa registrazione la sua voce, ormai rovinata dai troppi fumo e alcool (la Vaughan fumava come una turca e a fine concerto in genere si ubriacava; per tristezza se il concerto non la convinceva e per gioia se il concerto le era piaciuto. Tanto che è morta a soli 64 anni), ma ancora intonatissima e molto estesa sia in basso che in alto, regala momenti di rara bellezza, come quell'attacco di A Foggy Day, ove pare che la voce sia proprio rovinata dalla nebbia e dallo smog londinesi. Ma c'è anche una esecuzione bellissima di The Man I Love, intervallata da una lunga improvvisazione in cui la Vaughan fa sfoggio della sua maestria.
Il disco, che contiene tante canzoni arcinote (Summertime, I Love You Porgy, It Ain't Necessarily So, But Not For Me, Love Is Here To Stay, Embraceable You, Someone To Watch Over Me, Sweet And Low Down, Fascinating Rithm, My Man's Gone Now, The Man I Love, Nice Work If You Can Get It, S'Wonderful, Swanee e altre, quasi tutte in forma di Medley) è tutto bello e anche Tilson Thomas con la Los Angeles Philarmonic Orchestra restituiscono un suono grandioso che ben si addice alle composizioni del duo George & Ira Gershwin.
La registrazione, dal vivo, non è affatto male, ma sono proprio musica ed esecuzione che convincono.
Un saluto a tutti
Domenico
Il clavicembalo di Carl Philipp Emanuel Bach
Le registrazioni di Andreas Staier ottengono generalmente consensi positivi e questa registrazione lo conferma. Ne ho scritto la critica qualche mese addietro ed oggi l'ho riascoltato dopo una lunga pausa e senza per questo modificare il giudizio che qui riassumo.
Detto, storiograficamente, che F. J. Haydn considerava Carl Philipp Emanuel Bach come suo maestro, mi piace rilevare in questa registrazione l’intenzione di Staier e della Freiburger Barockorchester di tenere fede a quella dicitura che suona come un imperativo, ovvero “sei concerti per il cembalo concertato”, composti per clavicembalo, due flauti, due corni ed orchestra d’archi. Il clavicembalo e l'orchestra concertano veramente: peraltro Staier ha intelligentemente scelto un clavicembalo dal suono morbido copia di uno strumento del 1743 di Hyeronimus Albrecht Hass. La sonorità morbida e leggera dello strumento fa si che non vi sia mai una sua predominanza; nei momenti di tutti la sonorità dello strumento è fusa perfettamente con l’orchestra; il dialogo solo/tutti si risolve senza mai alcuna sensazione di eccessivo protagonismo dello strumento solista. Il risultato è che non sembrano più concerti per uno strumento solita e orchestra, ma un autentico gioco d'insieme. Il tutto ha un effetto di divertissement che ben si addice all'epoca.. Nulla da eccepire sui tempi rispettati come da indicazione di Bach e nulla da dire sugli accenti dinamici, ricchi e frequenti ma che non stordiscono come in alcune altre realizzazioni simili. Insomma, filologia si, ma senza stordire chi ascolta. Piacevole l’effetto dovuto alla presenza di flauti (traversi in legno e quindi dalla sonorità evidente laddove siano assenti i ben più “sonori” corni) e corni a sottolineare il “tutti”. Sull’esecuzione stilistica di Staier poche parole: diteggiatura precisa e senso del ritmo, con qualche piccolo rubato (soprattutto nelle cadenze e nei movimenti lenti) che accentua il ritmo e conferisce grande piacevolezza all’esecuzione di tutti i concerti. Molto brava l’orchestra, che ha sonorità piacevolmente ricche.
La registrazione è notevole, ben bilanciata e ricca di particolari. Direi molto naturale.
Ciao!
Domenico