venerdì 20 luglio 2012

Siamo tutti audiofili?









Cominciamo col dire che l'aggettivo "audiofilo", nel vocabolario italiano, non esiste. Potete trovare la voce su Wikipedia ma, si sa, senza nessuna pretesa di autorevolezza, in quanto chiunque può scrivere qualsiasi cosa, fino a prova contraria. Questa la spiegazione, testuale:
"Con il termine Audiofilia si intende la materia che studia il miglioramento della musica riprodotta da apparecchiature elettroniche in ambiente domestico, da parte di un appassionato audiofilo."
Vi risparmio il resto della descrizione, che è abbastanza ridicolo.
Personalmente uso il termine con connotazione vagamente dispregiativa e non per snobismo, come qualcuno ha detto ma semplicemente perchè metto la musica davanti al resto.

La parola deriva probabilmente dalla nazionalizzazione del pari termine anglosassone. Se si tratti di un neologismo diventato ufficiale, in questo caso, non saprei davvero.
Bando alle ciance, vi voglio raccontare l'ultima visita di un "audiofilo" presso la mia sala d'ascolto. Giunto che fu con zainetto d'ordinanza, pieno di CD, si è subito accomodato sul mio divano, con le orecchie tese al particolare.
Dopo il primo sguardo ai componenti afferma: "Sicuro che quei finali vadano bene coi tuoi diffusori"? Ho già capito, questo è arrivato convinto che il mio impianto suoni in un certo modo e non cambierà idea neanche se gli attacco un equalizzatore e stravolgo tutto.

Vi confesso che sono sempre curiosissimo di vedere cosa usano le persone per effettuare i loro ascolti, che già dall'inventario della loro "materia prima" comincio a stilarne un ritratto di massima.




Primo CD: un disco test (nome ed etichetta non sono importanti). Metodo di giudizio: cominciare con uno strumento solo, poi a mano a mano aggiungerne uno per volta. Già mi vedo fare tarda notte ed un rivolo di sudore freddo mi solcaa la schiena, malgrado il condizionatore a tutta forza. Si comincia quindi con una chitarra classica. Dopo 30 secondi dal via, l'audiofilo mette in pausa, con mia grande sorpresa. Mi guarda di sottecchi, un po' timido e mi chiede se può parlare o se deve stare zitto. A me vien da ridere, visto che gli avrei risposto di stare zitto e rimettere la musica ma siccome sono ospitale ed educato gli dico che può fare ciò che vuole, convinto che avrebbe premuto il play per continuare l'ascolto del brano, una musica spagnoleggiante con richiami al Concierto de Aranjuez di Rodrigo ed arrangiamenti vari. Invece no, mi sbagliavo! Dopo ben 30 secondi giunge il primo, lapidario giudizio: "questa chitarra è troppo grande ed il mediobasso è gonfio, una chitarra acustica non suona così". Ad onor del vero, devo dire che l'audiofilo non aveva proprio tutti i torti ma a parziale discolpa del mio modesto impiantino devo anche riconoscere che una registrazione di chitarra così effettata ed "audiofila" (dispregiativo) non mi è capitata spesso, nella vita; una chiavica. Però sono stato zitto, non è che posso litigare dopo 30 secondi dall'arrivo del mio ospite, che oltretutto arriva da non vicinissimo. Ascolta ancora qualche secondo del brano e poi, con faccia schifata, passa al seguente. Pochi secondi, altro giudizio lapidario (ma anche altra registrazione schifosa), ecc.
Dopo 5 o 6 brani, decide che il mio impianto suona: gonfio sul mediobasso, con gli strumenti spostati dalla loro posizione abituale e con una risonanza su una frequenza in gamma media che non si capisce dove sia ma si sa solo che c'è. E poi è tutta la gamma media che è troppo avanti (ma non era il mediobasso?). Per tacere della profondità dell'immagine, molto poco marcata. Si lancia quindi in una vera e propria filippica sulle caratteristiche negative del mio impianto e mi spiega come suonano gli strumenti dal vivo, come se fossi appena sceso dalla Val Brembana.

E' il turno di un CD di musica antica, dove c'è un brano al limite dell'inascoltabile (non che i precedenti valessero più di zero dal punto di vista artistico), composto da urli e percussioni di un gruppo che mentre suona cammina per la stanza. "Ecco, senti? Quando si allontanano dai microfoni il suono si impasta e non si capiscono bene le dimensioni della stanza". A nulla è servito fargli notare che forse esisteranno 3 brani nell'intera discografia mondiale che abbiano tale caratteristica e che sono tutti nei dischi test per ... audiofili, appunto.

Poi sfodera una bellissima e pregiatissima edizione OMR del CD dei Pink Floyd, The Dark Side of The Moon. Gli dico subito che quella è probabilmente la peggior rimasterizzazione di quell'opera ma forse non se n'era mai accorto. Gli permetto di profanare il mio lettore CD con la schifezza e dopo poco più di un minuto afferma che Money "non si può sentire, troppo gonfia sul mediobasso". Siccome questa volta l'ha azzeccata (non si può sbagliare sempre, è statistica), gli faccio un confronto col mio SACD. Riconosce che va molto meglio ma il suono è ancora gonfio. Mi tocca fargli una lezioncina sulle pecche di una registrazione che, malgrado ciò che si dicesse all'epoca, non è proprio un'opera d'arte. Gli dimostro quanto appena affermato col SACD di Wish You Were Here, che come qualità di registrazione è decisamente superiore.

Lui ha finito le sue cartucce, ora tocca a me dimostrargli che se un impianto deve suonare correttamente, bisogna usare delle registrazioni almeno decenti. Se poi quelle schifezze da lui vanno bene, dovrebbe chiedersi il motivo. Gli snocciolo una fila di brani di tutti i generi, dal Barocco al Rock, fino a quando, con aria candida, afferma testualmente e con la massima serietà: "Però così non vale, non riesco a giudicare, se metti musiche così belle non riesco a concentrarmi sull'impianto e mi faccio prendere dalla musica!".

Devo aggiungere altro? Audiofilo ... e quindi, da me, un pesce fuor d'acqua.

Se non ci sentiamo prima, buone vacanze a tutti, di cuore.


2 commenti:

  1. Caro Angelo, il problema sta a monte come dici tu (cioè le persone) ma anche a valle e cioè la musica. Del 70% della GRANDE musica è meglio ascoltare le registrazioni in vinile e, devo ammetterlo, io sono spesso in difficoltà quando devo ascoltare altri impianti perché a me importa solo del risultato finale, cioè la musica e spesso (non sempre) la musica che amo io proviene dall'altro secolo ma decenni e decenni fa. Sempre con registrazioni approssimative per i criteri degli audiofili, che quindi le disertano (e solitamente mi uardano storto, manco gli rovinassi l'impianto). Io seguo sempre con grande attenzione la parte Musica di AR proprio per cercare di trovare anche i migliori riversamenti tecnici possibili oltre alle novità artisticamente più interessanti, ma poi mi devo arrendere a buon Gonnelli che tanti anni fa mi ha aperto un mondo "facendomi comprare" una registrazione della 9° di Beethoven di Furtwangler del 1942, 7-8€ di cd: una interpretazione anni luce superiore a tutte quelle che abbia mai sentito live e su disco. Certo non è una registrazione "audiophile", e quindi apriti cielo se la uso per "testare" un componente di impianto (ma se poi è con quello che me lo godo?).
    E qui torniamo alle persone che nel mondo dell'Hi-Fi sono sovente disinteressate alla musica in quanto arte. Anch'io ho nel mio piccolo avuro delle disavventure analoghe alle tue quando ho usato i mei cd di riferimento, nel senso di quelli che mi trasmettono emozione, in impianti di appassionati. Per esempio, le cantate di Bach: io amo quele di Richter per la Archiv e mi pareva che il riversamento su cd fosse di qualità (recentemente ho trovato dei vinili intonsi e non sono più così sicuro). poi ho visitato un audiofilo che con grande gentilezza mi ha ospitato a casa sua per ascoltare un paio di martin logan Sequel in suo possesso, diffusori che mi hanno sempre incuriosito. Inorridito, le ha demolite quando le abbiamo ascoltate sul suo impianto e mi ha proposto una registrazione analoga in musica liquida a non so più che risoluzione: "Ecco, lo senti, questa è una voce, la tridimensionalità, le armoniche, ecc..". Al che io gli rispondo: "Tutto vero, ma la capacità interpretativa del baritono è da Mino Reitano (con tante scuse al povero Mino), l'altro è Fischer-Dieskau! E l'ensamble stacca i tempi dei Metallica. Bach è un'altra cosa!". Nulla. Così abbiamo continuato ad ascoltare musica liquida con improbabili cantanti che è offensivo per il jazz definirle tali, improponibili orchestre che martorizzavano capolavori per poi finalmente (per le mie orecchie) finire con lo stupendo ma solito Koln Concert di Jarrett (rigorosamente massimo i primi 10 min).
    Il punto non è che l'appassionato in questione non avesse mai sentito parlare di Richter o Fischer-Dieskau. Ci mancherebbe, sono un autodidatta pure io e ho enormi buchi neri musicali, quanto che non gli venisse il minimo dubbio che alta fedeltà significhi ascoltare solo le registrazioni cosiddette "audiofile", perdendosi così Callas, Furtwangler (non so come si fa la dieresi...) Gould, Karajan, financo Coltrane e i Rolling Stones.
    Purtroppo nei miei sporadici contatti con questo mondo è spesso andata così. Per carità, ognuno si diverte come vuole, però è un peccato: non ci vedo un grande futuro nell'Hi-Fi, se non si mette al centro l'Arte della musica.
    Buone ferie
    Sergio

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    Risposte
    1. Caro Sergio,
      Credo che presto svilupperemo meglio questi argomenti ma in altra sede.

      A presto
      Angelo

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