lunedì 18 luglio 2011

Lo stereo del vicino è sempre meno verde

Suppongo ci avrete fatto caso, sia che abbiate amici appassionati di audio (dovrei usare l'aggettivo "audiofili" ma oggi mi sento buono), sia che leggiate con attenzione i forum, blog, proclami, manifesti, pamphlet  e persino aforismi che abbiano a vedere con la riproduzione della musica: lo stereo altrui non suona mai bene come il nostro, salvo le classiche eccezioni che confermano la regola.
Si vomitano pubblicamente tutte le possibili critiche agli allestimenti in fiera, per dimostrare che se ne sa sempre una più del diavolo e che quei somari che non riescono a far suonare centomilaeurodimpianto, non meritano niente. Neanche di vendere un clamp per CD.
Si fa un calderone di ambienti malsuonanti di loro, di abbinamenti magari poco fortunati ma imposti da comprensibili politiche commerciali e chi più ne ha più ne metta. Fatto sta che pare che gli unici in grado di mettere insieme un impianto almeno discretamente suonante, siano i soliti 60 milioni di allenatori della Nazionale, mentre chi si cimenta con dimostrazioni pubbliche è l'unico italiano che proprio non ci sa fare.

Ed ecco che si formano giudizi basati sulle opinioni degli sconosciuti; qualcuno addirittura si convince che non vale la pena di visitare le manifestazioni audio, tanto fa tutto schifo, che più schifo non si può. Invece potrebbe essere una buona idea fare un salto, quando possibile, a casa del "critico", per capire quanto possa essere qualificato a scrivere peste e corna di tutto ciò che gli attraversa la strada.

Potreste persino scoprire che lo stereo del guru "new entry" suona peggio del vostro (ma dai? Dove ho già letto questa roba?).

Sappiamo che questo nostro hobby è il regno del paradosso, a volte. Troviamo impianti costosissimi, che hanno comportato la vendita di organi destinati al trapianto da parte dei proprietari, che però risultano ancora misteriosamente (mica tanto) insoddisfatti.
Cambi di casse, amplificatori, sorgenti, cavi, punte, ionizzatori, deodoranti ambientali e per ascelle, zanzariere e percentuale di piombo nei vetri delle finestre non risolvono i problemi che tolgono il sonno all'audiofilo (adesso si, perdiana!).

Per tacere di un contento proprietario di fiammante apparecchio, che convoca gli amici per il classico "ascolto di conferma" della bontà della scelta tanto meditata, al quale tocca sorbirsi molto spesso un "ma suonava meglio prima!" di qualche persona rompicoglioni di professione o magari solo sincera.
Apriti cielo, notti insonni attendono il povero audiofilo che, per l'ennesima volta, non ha capito niente e continuerà a non capire da che parte girarsi e dove buttare i prossimi 12 stipendi.
L'insicurezza lo assale nuovamente, gettandolo nello sconforto più profondo. Nella sua mente si affollano pensieri neri e medita persino il suicidio (dello stereo, per fortuna, non il suo).
Provvidenzialmente, appena si riprende ed accetta l'invito del collega audiofilo di zona, a fine serata torna a casa sogghignando e pensando che quello che gli aveva criticato il nuovo amplificatore c'ha un impianto che fa proprio cagare, non si può sentire ...

Ecco il paradosso: invece di essere contenti se il proprio impianto suona meglio di quello degli altri, ci si consola col fatto che gli altri siano peggio ... (!)

Direi che non ho parole, se non fosse che senza parole non si può scrivere un post.

Mi sono sgolato per qualche anno, sui forum, per far capire alla gente che, prima di mettere mano al protafoglio, bisogna mattere mano seriamente a ciò che si possiede già. Non ci crederete ma gli audiofili, in questo caso sono ... sordi.
Proprio non ti danno retta. Ricordo un caso piuttosto recente. In un forum, c'era uno che aveva appena comprato dei diffusori inglesi che, secondo me e dopo ascolti abbastanza approfonditi, suonano piuttosto bene. Lui aveva dei problemi, non era convinto del suono. Subito gli avvoltoi da forum gli hanno stroncato le casse, tra l'altro piuttosto costose, convincendolo a venderle, con conseguente bagno di sangue economico. Nel frattempo avevo scritto in privato al possessore di questi diffusori, dandogli alcuni consigli e tranquillizzandolo sul fatto che avesse fatto un ottimo acquisto. Credete che mi abbia risposto? Macchè, neanche un grazie per la consulenza gratuita e non dovuta. In capo ad una settimana ha svenduto le casse ed ha comprato altro. Robe da matti, davvero.

Non sto affermando di possedere la verità o la bacchetta magica ma se ti do dei consigli a costo zero per far suonare il tuo impianto, potresti almeno darmi retta, riconoscendomi un briciolo d'esperienza. Nada que hacer, neanche una risposta, mi sono guadagnato.

Eppure è così evidente come si possa trasformare un impianto poco equilibrato in qualcosa di almeno discretamente suonante solo lavorando sul posizionamento in ambiente in primis, per poi dedicarsi a qualche modesto lavoro sull'arredamento. Sciocchezze, per chi abbia un po' d'esperienza e, soprattutto, veda le cose dall'esterno.
Sono cose che, a suo tempo, ho fatto negli impianti di qualche amico e la prova della loro soddisfazione è nel fatto che le variazioni che ho apportato sono rimaste intatte.

Ciò mi porta a riflettere sul fatto che, non si sa per quale motivo, gli appassionati di audio credono di essere esperti anche quando non lo sono e rifiutano a priori di riconoscere l'esperienza altrui. Se vi si rompe un tubo in casa e non sapete ripararlo, scrivete in un forum o chiamate l'idraulico, al quale corrisponderete, obtorto collo, 80 euro l'ora?
Quando si tratta del vostro impianto, invece, il fai da te impera e l'idea di pagare la stessa cifra ad un consulente che magari vi farà risparmiare decine di migliaia di euro in inutili caroselli di nuovi componenti non passa.

Strano mondo il nostro. Siamo tutti bravi e se per caso non riusciamo a raggiungere un risultato decente a seguito dei nostri sforzi, possiamo sempre dire che, tutto sommato, è un gioco ...

3 commenti:

  1. Hai detto bene, è uno strano mondo davvero quello degli "audiofili"

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  2. il discorso vale per tutti i settori in cui sia possibile la personalizzazione: cuiusque suus.
    E l'impianto che nelle mie orecchie suona sirenevolmente, nelle tue fa l'effetto di uno sciacquone.

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  3. Ma al di là delle scelte finali, a mio avviso, dovremmo pur sempre avere ben presente la differenza fra quello che ci piace e quello che sarebbe più corretto ottenere.
    Pietro

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