martedì 27 dicembre 2011

regalo di natale




Ok, avete ragione, sono in ritardo. E il mio regalo di Natale non ha niente a che vedere con il rock. E'appena uscito un disco nuovo di Fabrizio De Andrè, e si intitola Sogno numero 1. Ma, obietterà qualcuno, come può essere? Non si tratta di un cd di inediti, o della solita raccolta di successi, come le decine che hanno pullulato nelle settimane prenatalizie. Il compositore Geoff Westley (noto per avere realizzato alcuni dei dischi più innovativi con Lucio Battisti) ha realizzato un progetto di quelli che fanno riflettere: insieme alla voce originale del Faber, ha realizzato e mixato delle partiture suonate dalla London Simphony Orchestra. La copertina del cd è suggestiva, si vedono gli skyline di Genova e Londra, contrapposti; oltre alla voce di Faber, ci sono interventi di Vinicio Capossela e di Franco Battiato.
Il risultato è lacerante, gli arrangiamenti enfatizzano il valore poetico delle ballate di Fabrizio De Andrè. Uno di quei dischi adatti ad una serata d'inverno, in poltrona davanti al camino, a sfogliare vecchi album di ricordi.
I brani contenuti nel cd sono: Le nuvole | Laudate Hominem | Hotel Supramonte | Preghiera in gennaio | Rimini | Ho visto Nina volare | Dolcenera | Anime salve con Franco Battiato | Valzer per un amore con Vinicio Capossela | Tre madri.

che (non solo) il rock sia con voi.

Per gli amanti della classica: Milanoclassica

Negli anni 90, dalle ceneri della dissolta orchestra dell'Angelicum, nacque l'orchestra Milano Classica alla quale l'allora assessore allo spettacolo Philippe Daverio concesse l'uso della Palazzina Liberty di Largo Marinai d'Italia come sede fissa.

Da allora le stagioni si sono susseguite. L'orchestra ha ora un direttore stabile che è il M° Massimiliano Caldi e tanti artitisti di fama sono stati invitati a suonare o dirigere. Tra questi Ottavio Dantone, che fu proprio continuista dell'orchestra dell'Angelicum; Sigiswaldd Kuijken; i Ghielmi; il Giardino Armonico; Cassone con l'amico Frigé; Kenneth Gilbert; Diego Fasolis, oggi acclamato interprete del barocco italiano - e a ragione, come mi ha confermato un concerto d'agosto qui a Milano; il M° Gini e altri.

Anche quest'anno, pur se con un numero minore di concerti dovuto alla carenza di sovvenzioni (ma anche per l'incrementata attività didattiva alla quale l'orchestra Milano Classica è dedita da tempo), è stata presentata la stagione 2012.

Visto il costo di 10 € a biglietto, val la pena di farci un pensierino.

Qui il programma:
http://www.milanoclassica.it/concerti/?lang=it

Io e Angelo andiamo spesso insieme: chi si vuole aggregare, sarà solo il benvenuto.

Un caro saluto a tutti

Domenico

A maggio 2012 i Tangerine Dream sono a Milano

Voilà il link per i biglietti:

http://www.ticketone.it/tickets.html?affiliate=IGA&doc=erdetaila&fun=erdetail&erid=705535&includeOnlybookable=true&gclid=CMnHtdX6oa0CFYKJDgodZHNVmA


Un saluto a tutti
Domenico

Avviandoci verso l'inizio del 2012 ... Strauss

Finisce a breve il 2011 caratterizzato da tante negatività e si apre il 2012 che i Maja vorrebbero fosse l'ultimo della storia del genere umano o giù di lì. In realtà pare ora che rileggendo gli antichi testi, non accadrà un bel fico secco e andremo avanti ancora un po'.

Non sappiamo cosa ci attenda per il 2012, ma una certezza è il concerto del nuovo anno; anzi, "I" concerti, posto che ci sarà quello da La Fenice e quello dalla Musikverein di Vienna, che, come sempre, verrà trasmesso per metà e in differita (anzi, no; l'hanno trasmesso integralmente. Nota del 5.1.2012).

Tra i tanti concerti di Capodanno, quello che ricordo sempre con grande piacere è quello del 1979 (allora c'era solo quello di Vienna), l'ultimo diretto da colui che forse più di tutti incarnava lo spirito viennese degli Strauss, ovvero il Maestro Willi Boskovsky.

Di quel concerto fu fatta una registrazione, la prima Decca Digital poi messa in commercio, in un doppio LP dal suono splendido, luminoso come è quello che si sprigiona nella Sala Grande degli Amici della Musica.

Il brio che riusciva ad imprimere all'orchestra il buon Boskowsky non lo si è più sentito, se non forse con Zubin Mehta che a Vienna ha studiato. Certo ci sono stati altri bei concerti (Kleiber, Karajan, Maazel, Harnoncourt ed anche i nostri Abbado e Muti) e comunque la sola professionalità dei musici viennesi già garantisce un grande risultato. Ma lo spirito, l'allegria eppure la leggerezza che i Wiener Philharmoniker avevano quando a dirigerli c'era Boskovskiy sono andati un po' perduti.

Qui la polka schnell Auf der Jagdt, "A caccia":
http://www.youtube.com/watch?v=oVQUACOzopU

La cosa bella di questa registrazione è che alla qualità artistica (e pregherei di notare che, pur dal vivo, non c'è la benché minima sbavatura dell'orchestra) si unisce una notevole qualità del suono (purtroppo alcune digital successive non hanno fatto altrettanto); tant'è che personalmente la uso ancora oggi come riferimento, proprio la polka schnell qui sopra linkata, durante il cui ascolto è meglio controllare il volume. I colpi di arma da fuoco, vera, sono particolarmente potenti e mettono in crisi l'impianto. Chi poi è stato alla Grosse Musikvereinsaal, ne riconoscerà la sonorità.

Occhio, quindi. E occhio a non zompettare in giro per la stanza, immaginando atmosfere ottocentesche, con ampie volute nei walzer, evitando gli spigoli dei mobili domestici e stando attenti alla zona lombare.

Beh, andiamo verso questa fine anno e poi, magari, il primo dell'anno commenteremo i due concerti, quello italiano e quello austriaco, con quella serenità che è meglio si cerchi di imprimerci sin d'ora per superare non già il 2012 in sè e per sè, ma le avversità quotidiane che ci si pareranno davanti, come è stato nel 2011.

Un cordiale saluto a tutti

Domenico

venerdì 23 dicembre 2011

Scontati ma, si spera, graditi ...

... anche i miei auguri per tutti voi che mi leggete.
Riconosco di avervi trascurato un po', ultimamente ma qualche piccolo problema mi ha tenuto la mente impegnata con altre cose.

Questo blog sta diventando importante: grazie a voi abbiamo superato le 16.000 pagine lette e qualcuno comincia già ad attingere al nostro materiale per le proprie pagine.
E' di questi giorni l'esempio di una Rivista nazionale che ha "pescato" una foto da un articolo
dell'Amico Domenico Pizzamiglio e l'ha pubblicata. Abbiamo chiesto le pubbliche scuse,
siamo certi che le otterremo, dopo quelle già ricevute in privato. Si tratta certamente di una svista.
Approfittiamo di queste righe per ricordare quanto scritto a piè di pagina:
il materiale presente su questo blog, testi e foto, appartengono legalmente al titolare dello stesso ma, come preferisco affermare pubblicamente, eticamente sono di chi li scrive, visto che lo fa a titolo gratuito.
A proposito: sto meditando di togliere le pubblicità, visto che la loro resa, ad oggi, è esattamente ZERO, neanche un centesimo. Non si capisce se nessuno dei lettori abbia fatto acquisti tramite il blog o se le aziende facciano le furbe e non registrino le pur misere provvigioni previste. Una l'ho beccata di sicuro e l'ho già cassata. Siamo a Natale e non faccio il nome.

Che altro dire, in conclusione di un anno che definire "turbolento", sotto l'aspetto della politica e dell'economia, è eufemismo?
Ognuno di voi avrà motivi di lamentela ed eviterò quindi di tediarvi coi miei.

Ci attende un anno pari, il 2012. A me i numeri pari sono sempre piaciuti più dei dispari. Così, a pelle, senza un motivo. I più scaramantici penseranno che il 2012 è bisestile, quindi foriero di non so quali e quante disgrazie. Non ci credo e vi invito a fare lo stesso, anche alla faccia dei Maya e del loro calendario, che finisce nel 2012 solo perchè avevano finito la carta per continuare a scrivere ...

Auguri, cari Amici, di un buon Natale e di un nuovo anno colmo di salute e serenità.
Se avrete queste, non vi mancherà il resto.

giovedì 22 dicembre 2011

Buon Natale col genio di Bach

Si approssima il Natale.

Oggi festa più dedita al consumismo che festa della famiglia, come già fu; ma forse le difficoltà all'orizzonte, porteranno ad una inversione di tendenza.

D'altro canto il mondo cambia e con esso si modificano anche le feste che finiscono per il diventare sempre meno legate al senso dal quale sono scaturite.

Ma a tratti qualche musica ci ricorda che sono comunque giorni speciali, diversi dagli altri.

Quando compose l'Oratorio di Natale, quel geniaccio di Bach - Johann Sebastian - nella seconda cantata, che è quella da eseguirsi nel giorno successivo il Natale (S. Stefano, quindi), pensò di comporre una bella ninna nanna per il bimbo appena arrivato, probabilmente stanco ma ancor più stanco al pensiero di quel che sarebbe stata la sua vita. Una ninna nanna bellissima, dedicata alla calda e rassicurante voce di contralto, che qui ho scelto nella versione cantata dalla contralto Berrnarda Fink sotto la direzione del Maestro Sir John Elliott Gardiner.

La dedico a tutti i lettori del blog:

http://www.youtube.com/watch?v=F3sBCuK1CIQ&feature=related

Un piccolo collegamento tra opere di Bach. Nell'Oratorio di Natale, nell'aria Schalfe, mein Liebster non si pronunciano mai le parole "Buonanotte" o "Ninna nanna", ma di fatto si invita Gesù a riposare. Probabilmente non troppo casualmente, nella Passione secondo San Matteo, che rappresenta la fine della vita terrena del Cristo, nell'ultimo coro, prima del corale finale, il coro canta proprio "Mein Jesu, gute Nacht", acccompagnando la morte del Cristo con l'augurio della buonanotte. La genialità di Bach sta anche in queste piccole cose.


Buon Natale!
Domenico

lunedì 5 dicembre 2011

recensione murale


Ho già scritto della mia personale opinione riguardo il nuovo doppio cd di lou reed con i metallica. C'è un gran parlare di questo disco, ma la maggior parte dei commentatori non dice se gli è piaciuto o meno, se è rock e suona bene o se invece è una specie di opera moderna, difficile da digerire.
Ho trovato, oggi, una recensione murale: ve la sottopongo, sintetica ed efficace!

venerdì 2 dicembre 2011

Roma ad Alta Fedeltà






Roma sta per ospitare la Rassegna Roma Hi-End 2011, per il nono anno dalla sua prima edizione. Stefano Zaini, organizzatore dell'omonima mostra milanese, è rimasto l'unico operatore a puntare sulla Capitale, dopo che il Top Audio ha abbandonato sul nascere la sua presenza in centro Italia.

Ammiriamo il coraggio di Stefano e cerchiamo di supportare chi ancora svolge il suo lavoro con serietà, competenza e caparbietà.

Io farò la mia parte e sarò presente, sperando d'incontrare qualcuno di voi.



sabato 26 novembre 2011

real estate -days (il ritorno della west coast)


Ecco, mi ero perso il omonimo loro disco d'esordio uscito nel 2009, ma si sa, c'è sempre tempo per riparare alle omissioni. E così in questi giorni ho ascoltato ripetutamente il loro ultimo lavoro, intitolato Days. La copertina del cd è insolitamente brutta, di un insolito squallore, però appena iniziano a scorrere le tracce, si entra in un mondo musicale colorato, interessante, la cui definizione supera le classificazioni del nuovo rock (surf, psichedelica americana, pop orchestrale?). Infatti, oserei dire che si tratta del ritorno della musica della west coast, come noi con le barbe bianche ce la ricordiamo intorno agli anni '70. Le chitarre grondano latte e miele, senza annoiare con eccessive sdolcinatezze. M'è piaciuto tutto, ma in particolare mi ha colpito l'ultima traccia "all the same" è un caleidoscopio di accordi e arpeggi, e ha l'incredibile durata di oltre sette minuti, che in questo mondo mordi e fuggi è veramente insolita.

che il rock sia con voi.

martedì 8 novembre 2011

Musica in alta definizione? Eccola!






Si, finalmente la prima piattaforma italiana on-line dalla quale si può acquistare musica ad alta definizione.
Potrete trovare files in alta definizione 24/96 e non solo, visto che i brani saranno distribuiti nei formati d'origine. La risoluzione minima sarà comunque quella dei normali CD Red Book, 16/44,1. Avete quindi la garanzia della massima qualità possibile.
Attualmente sono disponibili le uscite prodotte da NewMediaPro ma a breve la piattaforma vedrà in distribuzione alcune etichette famose per la propria qualità tecnica, a partire da Velut Luna e Fonè.
Ecco quindi che, alla presentazione avvenuta allo scorso Top Audio, seguono i fatti.

Questo l'indirizzo, buona musica a tutti:



domenica 6 novembre 2011

opinioni flash

Un sacco di dischi nuovi in giro, si capisce che si avvicina il periodo festivo e che si suppone che la gente abbia qualche dollaruccio in più in tasca da spendere per acquistare: solitamente in questo periodo i dinosauri (musicali) si risvegliano dal letargo e il case discografiche mandano nei negozi le loro ultime fatiche.
Dunque:
-Coldplay- Mylo Xyloto
certo, non avevo aspettative elevate per il quinto disco dei Coldplay. Di solito, queste band contemporanee troppo fighe al terzo-quarto disco scoppiano: di soldi, di noia, di vuoto cerebrale. Mi sono dovuto ricredere: Mylo Xyloto suona benissimo, il concept gira intorno all'idea di "un qualche paradiso dovrà pur esserci". Ora, non so se esista, ma se esiste un'arcadia la musica dei Coldplay è quella che si potrà ascoltare lì. Accattativillo (o trovate modi alternativi, fate vobis).

-Lou Reed & Metallica- Lulu
Sinceramente, inascoltabile. Sembra che Lou Reed sia seduto da qualche parte a cantare le sue elucubrazioni, e che in un garage a qualche isolato di distanza i Metallica stiano provando qualcosa che non ha senso, non ha capo nè coda. Peccato, mi domando come sia stato possibile per il produttore autorizzare un doppio cd ( e il relativo doppio esborso per i fan incalliti)…
A sostegno della mia opinione, su un altro forum, la maggior parte dei commenti si produce in espressioni molto colorite riguardo la consistenza di Lulu, risparmiate i soldi è il mio sintetico commento, ed anche la banda per l'eventuale d.l...

- St.Vincent- strange mercy
Accattivante, per darvi un'idea del genere, siamo dalle parti del pop-chic come quello di Goldfrapp, potremmo trovarci al cospetto di una Prince in gonnella, a me è piaciuto, ascoltatelo .

Che il rock sia con voi

mercoledì 26 ottobre 2011

L'errore del confronto col concerto dal vivo

Sia ben chiaro che non si tratta di un 3d che riguarda l'annosa discussione musica dal vivo contro musica riprodotta. Su quell'argomento si sono già spesi ingenti quantitativi di inchiostro e su come la penso credo sia noto, sia per quel che ho scritto nei forum, sia per quanto ho asserito, al di là della qualità degli apparecchi, nelle recensioni che sono state pubblicate (soprattutto le ultime, quelle su Audiophile Sound).

Ma mi riferisco proprio al concerto dal vivo, a quella piccola cerimonia che si rinnova ogni volta e che, fatti salvi i casi più eclatanti di flop da parte dell'artista, finiscono sempre con applausi che quasi scorticano le mani e urla idolatranti di "bravo, bravo, bis!" (se è per quello non è nemmeno sempre così: anni fa, all'Angelicum qui a Milano, fu dato un Imperatore con un pianista che fece un tal casino che alla fine il direttore quasi si rifiutò di ritornare sul podio per gli applausi. La gente urlava di giubilo e l'unico che si permise di urlare "buuuu" fui io che fui destinatario degli sguardi grati degli orchestrali).

Leggo sempre più spesso, sui forum, ma anche da parte di certi critici, l'entusiasmo per qualche registrazione, entusiasmo che è figlio di quello che è stato ascoltato a concerto.

Detto che il concerto è unico e la registrazione è invece replicabile all'infinito e che già solo questo comporta una partecipazione emotiva diversa, leggo consigli su registrazioni che mi lasciano perlomeno perplesso.

Leggo oggi su un forum la domanda di un forumer; chiede consigli circa Traviata con la Netrebko nella parte di Violetta. Un altro forumer dice che la Netrebko è perfetta vocalmente e come coinvolgimento nel personaggio. Ora, a parte che il coinvolgimento nel personaggio è figlio di una regia molto audace e tendente al lascivo (Violetta era sicuramente un animo gentile, seriamente innamorata, ma era anche parecchio "allegra") , è proprio vocalmente che la Netrebko lascia perplessi. Alla bellezza estetica (bellissima donna) non corrisponde altrettanta capacità canora. La voce non le manca certo, ma tra appoggiature, glissati, fiato corto (è una delle cantanti che necessita sempre più spesso, rispetto alle altre, di prendere fiato) e altri piccoli problemi, si finisce col preferire la Gheorghiu nell'edizione di Traviata con Solti sul podio.

Ora, è chiaro che la Netrebko ascoltata dal vivo faccia un'ottima impressione; tra l'effetto scenico, la sua avvenenza, il fatto che la voce certo non le manca, si passa volentieri su qualche difetto che forse l'accompagnamento orchestrale in sala rende meno evidente: ma la registrazione non mente (e il video neppure). Definirla scarsa è stupido, ma ritenerla perfetta non è corretto.

E ciò si applica anche ai direttori d'orchestra, ove un Dudamel vale quanto un Karajan o un Celibidache (chi li ha ascoltati tutti e tre dal vivo, riconosce a Dudamel una capacità eccellente di controllo dell'orchestra, come anche a Gergiev; ma certo chi ha ascoltato Karajan dal vivo sa di cosa era capace il buon Herbert in termini di concertazione, fraseggio e tenuta).

Insomma, quando si deve consigliare una registrazione, sarebbe bene astrarsi dall'esperienza live per concentrarsi sull'effettiva performance registrata: un esempio? Ho ascoltato ieri la seconda di Brahms diretta da Giulini: bella esecuzione. Ma Giulini l'ho ascoltato spesso dal vivo e ogni volta ci (eravamo un gruppo) assaliva un sonno tremendo. Bravo, ma noioso e prevedibile. Altro esempio? Karajan: in disco non è che la pallida replica di quel che era dal vivo. Abbado? Idem. Sawallisch? In disco non se lo copre nessuno, ma dal vivo era uno dei più "sicuri" nell'esito finale.

Insomma, il concerto è il concerto: il disco è il disco.

Occhio a governare le emozioni che spesso si passano scrivendo, ma che poi l'eventuale "consigliato" non ritrova nella registrazione consigliata.

Un saluto a tutti
Domenico

domenica 23 ottobre 2011

Darkness Falls: Alive in us


Lo ammetto, la scelta di recensire questo disco è fortemente influenzata dal mio stato d'animo odierno. Chi, come me, è appassionato oltre che di musica anche di motociclismo sa di cosa sto parlando. Darkness Falls è formato da due musiciste, e Alive in us è il loro disco d'esordio. Un esordio molto interessante, il risultato raggiunge quello che era il concetto che le ha portate a suonare insieme.
Il sound mescola aspetti ancestrali, quasi onirici, con basi elettroniche estremamente moderne: il risultato è quello di musica che parla di malinconia, di nostalgia, di qualcosa che è passato e che probabilmente è impossibile recuperare, una malinconia declinata al presente. Il dualismo è probabilmente presente già dal progetto, basta guardare la copertina, che riporta le immagini delle due musiciste, opposte eppure complementari. Brani preferiti: The Void (l'assenza) e Noise on the line. Per darvi un'idea della consistenza del sound, ci sono echi di Coral, di the Killers, di The Shins. Da ascoltare.

che il rock sia con voi

martedì 11 ottobre 2011

Ill sassolino nella scarpa:Stravinskij dirige se stesso

Già, ogni tanto vien voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa perché dà fastidio e pure molto.

Negli ultimi tempi, in cui l'affermazione dell' "io" pare l'unica condizione per sopravvivere, un'affermazione che passa spesso (la televisione insegna) attraverso l'urlo e l'insulto, si leggono alcune cose che danno molto da pensare. Cose che si riferiscono al solo gusto personale, senza trovare poi un vero e proprio apporto a quel che si dice: ma tant'è, basta dire per essere.

Tra le tante "storielle" che contornano la musica classica, si parla spesso di incapacità dei compositori di dirigere se stessi. Probabilmente è vero che il gesto direttoriale di un von Karajan, o la magniloquenza del gesto di un Celibidache, non sono appannaggio di chiunque: ma è altrettanto vero che il volere del compositore, la lettura della sua composizione da parte di se stesso (ovvero di colui che sa cosa voleva dire nel momento in cui fissava tutte quelle "formichine" sul pentagramma) lo conosce solo il compositore stesso.


domenica 9 ottobre 2011

dischi inutili, oppure no (bjiork, pure tu?)





Allora ditecelo: avete esaurito le batterie. In questo nuovo cd di Bjiork, praticamente in tutti i brani la voce della signora Bjiork è accompagnata nei suoi lamenti da strumenti musicali semplici e improvvisati, tranne che in un brano, in cui il povero ascoltatore spera di mettere un pò di ritmo alla propria esperienza sonora. Invece no: la musica, il rock, il pop, in questo cd sono assenti ingiustificati. Anche in questo caso, si va a scoprire che si tratta di una raccolta di brani pensati singolarmete come apps per ipad e iphone. Ma che risulta terribilmente minimalista, e i-noioso, anzi noiosissimo. Pure questo, come il precedente, a giudizio di chi vi scrive, e se ci sono contrari che facciano sentire la loro voce nei commenti, un disco inutile, e noioso.

dischi inutili, oppure no (peter gabriel, ma che ci combini)




Ho avuto in questi giorni alcune novità in heavy rotation nel lettore cd della macchina, e anche nell'ipod perchè volevo capire se avevo capito bene.
Mi sono reso conto (e rinvio alla lettura del mio post precendente, quello in cui parlo dello scioglimento dei R.E.M. ) che effettivamente alcuni artisti meriterebbero la pensione anticipata, non foss'altro perchè alla musica rock hanno dato tanto, ed ora non hanno più niente da dire. Esce un doppio di Peter Gabriel e il sottoscritto spera che sia un pà più vivace del precedente "scratch my back". Invece no: è una raccolta di brani riorchestrati, in cui sono stati aboliti tutti i suoni elettrici, e anche quegli strumenti che danno il beat ai brani.Lui e un'orchestra classica. Quindi niente chitarre, bassi, batteria. Alcuni pezzi in effetti, anche a causa e per merito della voce ieratica e profonda di Peter Gabriel hanno una loro ragion d'essere, ma tutto il primo cd del doppio è noioso, non può essere ascoltato per intero più di un paio di volte, magari un pezzo qui e uno in una compilation...poi si passa al secondo cd. Sorpresa! Sono gli stessi medesimi brani, stavolta senza la voce di P.G. Che se io fossi il regista di documentari naturalistici, in cui si assiste agli emozionanti corteggiamenti e accoppiamenti di libellule e maggiolini, mi direi "azz...della musica buona per il mio documentario!".
Poi capita pure di leggere un'intervista a P.G. su un quotidiano locale, in cui il simpaticone dice "vorrei vendere più dischi di lady gaga". Allora ho capito: ha bisogno di soldi...e che lo dica chiaramente, facendo una sottoscrizione pubblica: ogni fan gli regalerà 5 euro e lui potrà tirare a campare ancora un pò, magari nel frattempo troverà l'energia per comporre una decina di canzoni nuove, che ci meraviglino. Oppure lasci perdere e basta; a mio avviso questo "new blood" non ha proprio niente di nuovo, è un freddo e calcolato esercizio di scarificazione di vecchi brani, riconfezionati e ripuliti anche dalla voce di P.G. Pensandoci bene, poteva anche mettere un terzo cd con le tracce del suono del sediolino del pianista.
In conclusione, un disco inutile. I Fan-atici di P.G. lo ascolteranno estasiati, ne sono certo, io credo che a non comprarlo, non si commetta nessuna omissione.

domenica 2 ottobre 2011

Monaco High End 2010


Milano hi-end 2009

Zagabria 2008 - seconda parte



Zagabria 2008 - prima parte





High End Symphony 2010, Lugano

Un po' di foto - Presentazione

Già, perche gli hard disc dei reporter sono pieni di fotografie, scattate alle varie manifestazioni. Purtroppo, la stampa sulle riviste, spesso degrada sensibilmente la qualità delle immagini ed è un peccato.
Tra l'altro, noterete che buona parte delle foto sono sovraesposte, per compensare l'antipatico effetto di oscuramento che subiscono in fase di stampa.
Ho quindi pensato che potrebbe essere una curiosità caricare su questo blog alcune delle foto che ho scattato in passato ai nostri apparecchi.
Le presenterò così, senza didascalie o commenti.
Si tratta di servizi realizzati in passato.
Quelli recenti, per ora, sono solo su carta stampata.

Buon divertimento



mercoledì 28 settembre 2011

i sogni finiscono, ad un certo punto




Con un comunicato sul loro sito, i R.E.M. hanno informato fans e addetti ai lavori della loro intenzione di non proseguire più l'attività del gruppo. I Rapid Eye Moviments, che caratterizzano la fase del sonno in cui si sogna, si sono arrestati.
Il sogno è finito, il gruppo si scioglie e tanti saluti a tutti. Per certi versi, scegliere di fermarsi quando ancora si è sulla cresta dell'onda è una scelta corretta.
Milioni di dischi venduti, fama, successo, soldi, nulla più (credo) da chiedere alla vita e alla musica. Invece di trascinarsi pateticamente con parrucche, protesi odontoiatriche, stampelle ed altri accessori per la vecchiaia, resteranno nelle orecchie e nei cuori degli aficionados per quanto di buono hanno fatto.
Gli anni '90 hanno visto un loro disco all'anno, li ho comprati tutti, e li ho consumati insieme a quelli degli U2, che crescevano insieme a loro nello stesso periodo.
Personalmente, gli ultimi lavori non mi erano piaciuti, troppo simili e senza quelle spettacolari canzoni che li hanno fatto conoscere. Nel caso in cui stavate aspettando proprio questo momento per iniziare a frequentarli, potete approcciare quelli che secondo me sono stati i loro migliori lavori: "Automatic for the people", "Out of Time" e "New Adventures in Hi-Fi" e "Green".
Piccola compilation: Radio Song, Losing My Religion, Shiny Happy People, Man on the Moon, Nightswimming, Texarcana, The Orange Crush e Stand.
Adesso, ci aspettiamo una pioggia torrenziale di ristampe, cofanetti, inediti e b-sides, oltre a dvd di concerti e interviste a David Letterman. Ovviamente, tutta stà paccottiglia resterà negli scaffali dei negozi.

che il rock sia con voi.

lunedì 26 settembre 2011

Gli... olezzi del Top Audio & Video !

Top Audio & Video.... come ogni anno l'ho vissuto da operatore e così, come ogni anno, ho avuto troppo poco tempo per visitare le varie salette ed 'acquisire' i suoni migliori e le novità più interessanti.

Però c'è qualcosa che anche quest'anno ho regolarmente... 'acquisito': il classico raffreddore da "troppa vicinanza dei visitatori".

Mi chiedo perché un gran numero di persone non riesca a parlare mantenendosi ad una normalissima "distanza di cortesia" dal suo interlocutore, cioé quella distanza che ognuno di noi, per istinto atavico e per una normalissima esigenza di privacy, non gradisce che venga superata da un estraneo; invece certuni non si pongono nemmeno il problema, ti si appiccicano e ti alitano direttamente in faccia tutti i loro germi....

Leggevo ad esempio questo bell'articolo online, dove si spiega perfettamente la nostra accettazione delle diverse distanze (da un punto di vista etologico):
http://www.linguaggiodelcorpo.it/articoli/come-e-perche-teniamo-le-distanze-fatti-piu-in-la.html

Che fare? Mettersi una mascherina da infermiere e presentarsi così in pubblico? Chiedere a questi soggetti (che non sono pochi, anzi...) di mantenersi più lontano? Mangiare aglio ogni mattina a colazione, così da risolvere il problema nel modo opposto?

Mah... fossi una bella gnocca (!) capirei anche l'interesse ad avvicinarsi...

venerdì 23 settembre 2011

Il "suono" del Top Audio

Anche quest'anno, come tutti gli anni, leggiamo ed ascoltiamo i commenti del pubblico, riguardanti il suono ascoltato nelle varie salette. Tralasceremo, ovviamente, quelli di coloro che sentono i vari suoni senza neanche essersi recati alla manifestazione ed anche quelli degli autocostruttori, che snobbano tutto ciò che non sia di loro manifattura.

Ancora una volta abbiamo letto e sentito tutto ed il suo contrario. I giudizi unanimi sono lontani da questo mondo però possiamo notare un filo conduttore che, bene o male, accomuna quasi tutti coloro che si esprimono: vi sono impianti che suonano meglio di altri. Magari non si è d'accordo su quali siano ma è già qualcosa.

Quindi riusciamo, nel marasma di marchi e salette, a capire che, se l'ambiente di una manifestazione di questo genere non favorisce certo buone prestazioni acustiche - nè la concentrazione di chi desidera ascoltare criticamente -, si evincono differenze e non tutto finisce nello stesso calderone.

Facendo la tara alla diversa risposta dei locali non omogenei all'interno del Quark Hotel, si può arrivare ad affermare che non tutti gli operatori hanno l'abilità di fare di necessità virtù, in modo da spremere dai loro impianti il massimo possibile nel contesto in cui operano.
Purtroppo vediamo componenti di valore molto alto mortificati da un setup francamente trascurato, mentre catene di valore sensibilmente inferiore ma disposte con competenza e, perchè no, amore, forniscono grandi soddisfazioni ad espositore e pubblico.

Ecco, io chiederei a coloro che hanno allestito catene da svariate decine di migliaia di euro e che hanno ottenuto risultati scarsi, di attrezzarsi meglio per il prossimo anno, magari avvalendosi di consulenti esterni, che abbiano la capacità di guardare "oltre" le abitudini consolidate da decenni di lavoro sempre uguale e di trovare soluzioni originali (posizionamento e cura del locale) per far rendere al meglio le risorse impiegate.
Perchè così è davvero un peccato: spendere alcune migliaia di euro per un risultato che sarà criticato ovunque, non dovrebbe far piacere a nessuno. E neanche screditare marchi che con tanta fatica si cerca di distribuire sul mercato. Probabilmente qualcuno ha troppa fiducia nelle proprie (in)capacità per fermarsi ad ascoltare le critiche ed ho l'impressione che, in futuro, non cambierà nulla. Meglio risparmiare qualche centinaio di euro di consulenza, tanto sono i visitatori che non capiscono nulla.
Peccato che gli stessi visitatori siano in molti casi gli stessi che aprono il portafogli, quando decidono di acquistare.




mercoledì 21 settembre 2011

La guerra dei numeri

Non ci si crede! E' vero che per attirare espositori alle manifestazioni si tende spesso a gonfiare un po' i numeri ma ci sono dei limiti invalicabili, oltre i quali si riesce ad ingannare solo qualche ingenuo "reporter in erba" in eccessiva buona fede.


Dall'Organizzazione del Top Audio & Video giunge il solito messaggio di fine manifestazione, che recita testualmente:
"Sono oltre 20 mila i visitatori che quest’anno si sono trovati all’appuntamento annuale dell’alta fedeltà al Top Audio Video Show"

Ora: si può essere distratti, forse anche sordi, visto l'argomento ma ciechi direi di no.
Abbiamo vissuto un Giovedì da panico, nel quale il Quark pareva quasi disabitato, un Venerdì discreto, un buon Sabato ed una Domenica loffia, se giudichiamo dalle presenze.
Però dall'Organizzazione ci giunge un conteggio pressochè uguale a quello dell'anno scorso, quando si è potuto notare un pubblico visibilmente superiore.

L'apparenza, spesso, inganna e facciamo finta di esserci ingannati sul pubblico presente, che sugli espositori mancanti non si scappa: le salette occupate erano decisamente meno, rispetto all'anno scorso.

martedì 20 settembre 2011

Passione San Matteo. Herreweghe. 1 o 2?

Philippe Herreweghe ha licenziato due diverse esecuzioni della Passione secondo San Matteo.

La prima, del 1985, preveda il cast composto da Howard Crook come Evangelista, Ulrik Cold come Gesù e basso solo, Barbara Schlick, René Jacobs (ai tempi ancora in voce, ma quasi pronto per trasformarsi in direttore d'orchestra) come contralto, Hans Peter Blochwitz come tenore solo e Peter Kooy come basso.

La seconda, del 1999, prevede il cast composto da Ian Bostridge come Evangelista, Franz-Josef Selig come Gesù e basso, Sibylla Rubens, Andreas Scholl come contralto, Werner Gura come tenore e Dietrich Henschel come basso.

Le riascoltavo entrambe nei giorni scorsi e mi è venuto in mente che sarebbe bello se si potesse fare un miscuglio tra le due, lasciando cast orchestrale e corale della seconda (veramente perfetti dal punto di vista tecnico) mescolando invece i solisti.

Come Evangelista preferisco senz'altro Ian Bostridge: ammaliante, cesellatore di ogni singola sillaba, forse un po' autocompiaciuto per il suo bel suono (come mi ha fatto notare l'amico Igor Zamberlan in un odierno scambio di mail), ma sicuramente a posto per quanto riguarda voce e stile: un autentico recitante che comunque sa farsi valere nelle arie che gli competono al di fuori del ruolo di Evangelista.

La soprano: mah, la Rubens ha una voce bellissima, la Schlick è un po' più legata, ma in ogni caso è difficile scegliere tra le due. La maestria e l'esperienza della Schlick vincono forse sulla freschezza della Rubens.

Per il contralto non c'è storia: Andreas Scholl ha una voce molto più bella di quella di gola di Jacobs. Peraltro c'è da dire che gli acuti di Scholl sono presi tutti di testa in modo molto corretto e non danno mai alcuna sensazione di fastidio per chi ascolta. E' però vero che come interpretazione, certe sottolineature, certi accenti di Jacobs restano bene nella memoria.

I tenori si equivalgono: forse preferisco Gura.

Nel basso non c'è confronto e Kooy mi convince molto di più del pur bravo Henschel, mentre come Gesù mi piace di più Selig rispetto a Cold.

Insomma, ora della fine mi sono deciso che è difficile consigliare l'una o l'altra: tendenzialmente, anche per coro e orchestra, consiglierei quella del 1999. Ma nella continua ricerca di qualcosa di più, sarebbe bello avere la voce di Scholl e gli accenti di Jacobs, la freschezza vocale della Rubens con la sicurezza della Schlick ecc.

Insomma, chi le conosce e vuole dire la sua, è benvenuto.

Io, intanto e salomonicamente, me le ascolto tutte e due :-)

Un saluto a tutti
Domenico

ADEO e POL, premio "musica" al TAV 2011

Tra tanti premi, per il design, per il buon suono, per la standista più bella ecc., mi piacerebbe poter assegnare il premio "miglior musica" dello scorso TAV.

Miglior musica. Si, ma in che senso? Nel senso stretto della parola, ovvero nella scelta di brani di elevato contenuto culturale, di valenza storiografica ed interpretativa assoluti, o anche solo per l'ardine di proporre certi titoli e di portare dischi che è pericoloso far uscire da casa (se spariscono apparecchiature intere, figuriamoci quanto poco ci voglia a far sparire un LP)?

Ecco, se devo fare una sommatoria di tutto quanto ascoltato, tra i soliti Manger e Burmester 3, The Dark Side Of The Moon e Hotel California, Sagra della Primavera e Witches Brew, mi sento di poter eleggere vincitore il distributore italiano di Burmester, Maurizio Pol, che quest'anno ha portato al Top Audio rari vinili d'epoca, alcuni dei quali assolutamente introvabili in edizione originale (For Duke, della Miller & Kresell o le "mitiche" Suites per banda di Gustav Holst di Telarc) riportando alla gioventù lui stesso e molti audiofili e regalando alcuni momenti di musica anche elevata (soprattutto nel repertorio classico) con scelte affidabili per autori, interpreti e qualità tecnica.

Per quanto valga, questo è quel che penso.

La musica è pregnante nell'ambito dell'audio e dovrebbe essere il motore che spinge ad una scelta; Maurizio Pol di musica ne sa e ne ha tantissima a disposizione, posto che la sua discoteca non pare essere propriamente piccola. E ha dimostrato che se si vuole, qualche sforzo per andare oltre i soliti standard da fiera "che suonano bene" si può fare.

Un saluto a tutti

Domenico

Josh Pyke -dall'australia con amore


Sinora, dall'Australia erano arrivati alla nostra attenzione musicale quasi esclusivamente rocker dinamitardi (ve li ricordate gli AC-DC?) o cantantesse dotate di voce e carisma. Josh Pyke è una cosa nuova dal continente lontano. Compone le sue canzoni e il risultato trasmette amore per la buona musica, influenzata sicuramente dall'ascolto di aristi come Badly drawn boy, o The Shins. Quando ho infilato nella vorace fessura del lettore "Only Sparrows", il più recente lavoro del nostro Josh, non avendolo mai sentito nominare (la condizione migliore, credo, per giudicare un artista) sono rimasto piacevolmente sopreso, tant'è che l'ho riascoltato immediatamente, invece di metterlo nella pila di "quelli che riascolterò per capire se mi sono piaciuti". Niente trucchi elettronici o roboanti sezioni di archi, tanta buona roba acustica, ed una voce interessante.
Qui il video di "no one wants a lover", l'estratto che preferisco.



che il rock sia con voi.

lunedì 19 settembre 2011

Kiom, un caso un po' a parte

A proposito del Top Audio terminato ieri, ho letto commenti sui forum e vedo che ora della fine i nomi citati sono sempre i soliti.

Io invece vorrei evidenziare come l'impianto proposto da Luca Chiomenti restituisse una sonorità naturale e coinvolgente, tale da condizionarmi a tornare più e più volte, portando registrazioni di mia proprietà.

Ci ho ascoltato un po' di tutto: dalla San Giovanni alla Messa in Si minore di Bach, alla Fantastica di Berlioz, agli Stile Antico (stupendi; ovunque li abbiano ascoltati, si sono appuntati il titolo), al jazz, al rock più forsennato, sempre traendo una sensazioni di "son lì davanti" che altrove ho faticato a percepire. Se la stanza fosse stata più grande, probabilmente sarebbe andata ancora meglio e quel piccolo problema che affliggeva il basso sarebbe sparito del tutto.

Insomma, evidentemente io sono strano: non mi faccio accalappiare dal grande nome e non mi faccio irretire dal costo. Mi siedo, ascolto e traggo le mie conclusioni libero da ogni condizionamento.

Poi, magari c'era anche altro che suonava meglio; ma non ho potuto ascoltare tutto tutto tutto e di quel tanto che ho ascoltato, Kiom resta in mente come una piacevole sensazione.

E soprattutto, da Kiom si percepisce un amore per la musica che altrimenti resta nascosto: forse perché Chiomenti non deve giocare sui grandi numeri e si prende il lusso di potersi soffermare a pensare, a meditare ed alla fine a godere anche un buon brano musicale.

Un saluto a tutti

Domenico

mercoledì 14 settembre 2011

Kasabian, ovvero il rock citazionista




Un disco citazionista: questo è quanto mi sento di scrivere dopo avere ascoltato il nuovo cd dei Kasabian. Il titolo è “velociraptor”, e uno si immagina di avere a che fare con rock veloce e aggressivo, dimenticando che l’animaletto da cui prende il titolo era anche opportunista e combattente (come dice wikipedia). Il primo brano contiene una sequenza di archi che vagamente ricorda quella scritta da Paul McCartney per la colonna sonora di un film di 007. Il secondo ha invece delle tastiere che suonano come quelle dei Pink Floyd in Wish you where here, ed un ritmo floydiano, lento, doloroso e dolce. Poi, senza strappi, si arriva a “goodbye kiss”, il terzo brano che si srotola romanticamente come una canzone di David Bowie degli anni ’80, qunidi si arriva alla traccia numero quattro (days are forgotten), in cui finalmente si riconosce il sound nativo dei Kasabian: ad un certo punto spuntano pure degli inattesi coretti di voci bianche e un po’ stonate. Non mi dilungo nella descrizione degli altri brani, altrimenti vi tolgo la curiosità di ascoltarlo, comunque vengono citati anche i Led Zeppelin ed i Rolling Stones… Mi è piaciuto? Dopo il secondo, e soprattutto dopo il terzo ascolto direi di si, è sicuramente un cd interessante, e che propone nuove idee. Brano preferito, quello che dà il titolo al cd. A tutto il lavoro, voto: 8.

Che il rock sia con voi.

lunedì 12 settembre 2011

Giusto un promemoria

Prendetevi qualche ora di svago e fate un salto al Top Audio. Sono certo che tutti troveranno qualcosa che valga il disturbo



Ci vediamo lì?

venerdì 9 settembre 2011

DENON DL S1 - Cara, ma non ti svena


Incuriosito dalle performance della DL 304 che ho acquistato tempo fa, ho deciso di acquistare la DL S1 di Denon che dovrebbe magnificare le doti già molto positive della 304.

Quando ho montato la 304 sul braccio, molti parametri sono andati verso quella che personalmente considero "la giusta direzione". Un fonorivelatore dovrebbe leggere quanto sta nei solchi con grande facilità (e questa facilità la si deve percepire attraverso mancanza di distorsioni e di mistracking), non introdurre troppe colorazioni (meno ce ne sono, meglio è) e quindi rendere il più evidente possibile la qualità del segnale musicale inciso.

Ho provato ad effettuare il collegamento sia a quattro pre-fono attivi che a dei trasformatori, convincendomi che la 304 con i trasformatori tende ad assumere un suono stile DL 103, ovvero senza quelle caratteristiche che io considero positive (fatto salvo che la 103 la ascolto con piacere, anche se la ritengo un po' colorata; certo che pensando al costo, vien poi da dire "echissenefrega di qualche colorazione").

Insomma, la 304 mi è piaciuta molto ed ho quindi deciso per l'acquisto della DL S1 che sulla carta dovrebbe avere carattere simile alla 304, con una ancor maggiore raffinatezza generale.

Il costo è di 950,00 € di listino; un botto senz'altro (come ho scritto altrove, fuori dalla portata di un normale padre di famiglia monoreddito), ma per il nostro settore non è neppure impossibile (basta pensare ai top della concorrenza o a certi marchi nipponici per rendersene conto).

Va nella direzione della 304? Si, con ancora minore sensazione di "grana" e con una risposta in frequenza sull'acuto che, parimenti chiara è però più definita e controllata.

Insomma, per dirla tutta, non mi passa manco per l'anticamera del cervello di sostenere ulteriori costi per una testina. Ho tutto quel che voglio, ma soprattutto non ho caratterizzazioni indebite (acuti morbidi, troppo aperti, basso tellurico, scena marmorea) perché le caratteristiche sonore dell'impianto tendono a modificare al variare della registrazione.

Se vi capita di ascoltarla, fatemi poi sapere se siete d'accordo. Per me è uno dei migliori value for money passati per casa.

Un saluto a tutti
Domenico

Il clavicembalo di Carl Philipp Emanuel BACH



Buongiorno a tutti,

segnalo questa bella registrazione di Staier per la Harmonia Mundi.

Andreas Staier è un esecutore ormai ben noto al pubblico internazionale.

In questa registrazione, grazie anche all'intelligente scelta di un clavicembalo dal suono molto morbido, riesce a concertare veramente con tutti gli altri strumenti, come peraltro il sottotitolo del corpus qui registrato (sei concerti per il clavicembalo concertato wq 43) chiaramente indica.

Staier è bravo, accenta bene, ha gusto e l'orchestra lo segue bene in questo progetto. Un disco molto piacevole, quasi "salottiero", peraltro registrato molto bene dai tecnici di Harmonia Mundi.

Un saluto a tutti
Domenico

giovedì 8 settembre 2011

Red Hot Chili Peppers- I'm with you

Va bene, va bene. I RHCP non sono esponenti dell'indie rock, e nemmeno paladini di certa musica indipendente, però migliaia di ascoltatori di musica rock aspettavano con una certa impazienza il loro nuovo lavoro, specialmente in considerazione del fatto che l'ultimo "stadium arcadium" era stato fonte di una certa delusione. Ho ascoltato ripetutamente e con attenzione questo recentissimo "I'm with you". Ho anche letto i commenti, spesso caustici e delusi, in giro per blog e siti musicali. Onestamente, il cd non è così brutto, ma neanche contiene pezzi irresistibili, di quelli che ti restano in testa per tutta la vita. Certo, non si può restare "ggiovani" e con idee bellissime per tutta la propria carriera musicale: pazienza, che i fans se ne facciano una ragione, e per parafrasare il titolo di un libro "si sente che Jack Frusciante è uscito dal gruppo".

mercoledì 7 settembre 2011

Ottomila

Non si tratta della mia scalata dell'Annapurna ma semplicemente del numero di pagine lette in questo blog dalla sua fondazione, poco più di due mesi fà.
Niente male, devo dire. Più di quanto mi aspettassi.
Grazie soprattutto a coloro che hanno contribuito coi loro scritti ma anche a coloro che hanno postato commenti, questa piccola comunità è rimasta attiva e, passatemi un poco d'immodestia, ha diffuso un briciolo di cultura in più.
E' interessante notare come vi siano commenti ai post che trattano di musica, più che in quelli che trattano degli strumenti per riprodurla. Significa che siamo sulla strada giusta.

Come avrete notato, non è la quantità di post che c'interessa. Cerchiamo piuttosto di curarne la qualità e di scrivere solo quando abbiamo qualcosa di sensato da dire.

Continueremo così, fino a quando ci seguirete.
Intanto grazie a tutti coloro che ci leggono, anche a nome dei collaboratori di questo spazio. Come molti di voi sapranno, la prossima settimana si terrà l'evento principe, in Italia, tra quelli che si occupano di riproduzione musicale: il Top Audio & Video.

http://www.topaudio.it/Expo.htm


Ovviamente saremo sul posto per scriverne sulle nostre riviste cartacee ma non escludiamo qualche intervento in tempo quasi reale su queste pagine. Restate on-line ... 


giovedì 25 agosto 2011

Dinamica e "Loudness War"

Sono due argomenti strettamente collegati e che risultano ancora oscuri a molti appassionati di musica riprodotta. Molti confondono la dinamica col volume di ascolto, per esempio.

Vediamo di chiarire il concetto di dinamica con una definizione estremamente semplice:
la dinamica è la differenza di volume tra il suono più debole e quello più intenso. Portando il concetto all'estremo, valutiamo la differenza tra un appena accennato pizzicato di una corda di violino ed un forte colpo di gong. Ecco, questa è la dinamica.
Non è un'invenzione audiofila, la dinamica è parte integrante del messaggio musicale.
Di quasi tutti i messaggi musicali, per essere precisi.


mercoledì 24 agosto 2011

Dove nascono i Bryston

Trovo sempre interessante conoscere i luoghi dove si producono gli apparecchi che utilizziamo nei nostri impianti. Quando non ci è possibile andare di persona, citiamo il lavoro di qualche collega.

Ecco il link della visita alla canadese Bryston:

http://www.soundstageglobal.com/index.php?option=com_content&view=article&id=169&catid=71&Itemid=192

martedì 23 agosto 2011

Postulato

"Postulato, dal latino postulare, forse da poscere ("chiedere"). Il postulato è qualsiasi affermazione non dimostrata e non evidente che viene comunque presa per vera in modo da fondare una dimostrazione o un procedimento che altrimenti risulterebbe incongruente."

Ecco, appunto. Una cosa che ho appena finito di leggere in rete:
"il professionale per forza di cose deve avere livello elevato e costi accettabili".

Errata convinzione di chi non ha idea di cosa stia trattando.
E che, con tutta evidenza, non ha mai messo piede in uno studio di registrazione.
La qualità ormai latita ovunque non mi addentrerò in questa sede in discorsi sui massimi sistemi.
Mi limiterò piuttosto a raccontare di una mia esperienza in uno studio di registrazione di Londra, uno dei 10 principali al mondo, con ben 3 sale di dimensioni notevoli ed un equipaggiamento da fare davvero impressione.

La musica sbagliata nel posto sbagliato

Ieri sera, durante il concerto di Christophe Coin, mi sono posto la solita domanda: perché far eseguire in chiesa musiche che non sono nate per essere suonate in chiesa?

La risposta è ovviamente facile: le chiese contengono molte persone e quindi si incassa di più e si pagano più facilmente il cachet dell'artista e le spese organizzative.

Tuttavia, nel caso di specie, le Suites di Bach con la chiesa non c'entrano nulla. Sono musiche da salotto che, pur se ai tempi eseguite nel salotto del signorotto di turno, sicuramente molto più grande dei nostri odierni soggiorni/salotti perché ai tempi chi aveva i danari ne aveva tanti e non lesinava né su spazi né su fregi e decorazioni, in chiesa ci stanno come i cavoli a merenda.

Cristophe Coin e le Suites di Bach, a Milano


Ieri sera, la prima parte di un concerto diviso in due parti, con Prima, Terza e Quinta Suites ieri e Seconda, Quarta e Sesta oggi.
Com'è andata ieri? Qualche errore ha sporcato l'esecuzione, così come c'è stato qualche momento di confusione nell'ultima danza della Quinta Suite.
Tuttavia, il calore era veramente insopportabile e Coin, tutto vestito di nero, sudava copiosamente. Quando l'ho "beccato" all'ingresso prima del concerto, con i pantaloncini corti, gli ho chiesto se avrebbe suonato vestito così, autorizzando noi stessi a stare più "liberi" (io mi sarei immediatamente seduto a terra, come si faceva ai bei tempi in Conservatorio, quando i posti non bastavano mai). Ma purtroppo doveva vestirsi "da concerto", di nero e mentre lo diceva non aveva un viso propriamente entusiasta.
Le Suites sono atleticamente impegnative e immagino che Coin soffrisse il caldo molto più di noi (vero che mentre fai musica ti astrai e vivi in un mondo tutto tuo; ma il caldo è caldo).
Che dire dell'esecuzione? Rilassata. Niente baroccherie ad effetto, niente suoni "strappati" ed anzi un suono avvolgente, con sonorità morbide, provenienti da un violoncello antico dal suono quasi sussurrato. Molta ricerca dell'effetto giocato sull'accentazione dinamica; in questo, il lavoro è stato notevole.


sabato 20 agosto 2011

Amplificatore Brinkmann Vollverstaerker

Un piccolo, grazioso e bensuonante apparecchio che ho avuto a disposizione per un paio di mesi e del quale ho scritto qualche riga che qui sotto riporto.
Buona giornata
Domenico



Amplificatore integrato
Brinkmann Vollverstärker
Produttore Brinkmann Audio GmbH, Achberg (Rep. Fed. Germania), www.brinkmann-audio.com
Distributore per l’Italia Music Tools, Montelabbate (PU), www.musictools.eu
Prezzo di listino 6.120,00 €

Brinkmann, nell’immaginario collettivo, è sinonimo di giradischi analogici. Tuttavia, non da oggi, Brinkmann è anche elettroniche piuttosto ben considerate ed anche sistemi di altoparlanti altrettanto ben noti. Se leggete il mio reportage dal Monaco hi-end del 2008 su Videohifi.com potrete rilevare che una delle poche sale segnalate in quell’occasione, fu proprio quella di Brinkmann.

giovedì 18 agosto 2011

TALLIS SCHOLARS A MILANO

Già, ieri sera, dopo gli Stile Antico, sono approdati sulle scene milanesi, "Loro", i Tallis Scholars, gruppo di ormai quasi quarantennale storia e carriera, gli immarcescibili interpreti del repertorio rinascimentale non solo inglese, ma anche italiano.

Un programma misto, dove si sono alternati Arvo Part con Palestrina e William Byrd, passando per Praetorius, senza dimmenticare Thomas Tallis, musico di corte di Enrico VIII e ovviamente il brano che forse più ha reso celebri i Tallis Scholars in giro per il mondo, il Miserere di Gregorio Allegri.

Luogo dell'esecuzione, ancora la Basilica di Santa Maria della Passione.

Bel programma. Bella esecuzione. Bel concerto.

Dalla musica seriale di Part al Rinascimento classico, un viaggio che ci ha portati dal 1500 ai giorni nostri, con una grande continuità stilistica.

Splendide le sette Antifone sul Magnificat di Arvo Part; canto sempre eccellente, attacchi e tenuta del tempo da manuale. Bellissimo il pur corto canone doppio del Miserere Nostri di Thomas Tallis, autentica chicca nel pieno stile di Tallis, quello dello Spem in Alium tanto per intenderci.

lunedì 8 agosto 2011

Mogwai a Castelbuono



Mah, forse è colpa mia, che non ho più vent’anni e che ai concerti ci vado per sentire la musica, e se ci si può sedere in una poltrona, o anche in una panca, e ascoltare bravi professionisti o semplici manovali che fanno il loro lavoro , mi diverto pure di più.
Certo, il 90 percento di quelli che ierisera erano a Castelbuono per i Mogwai, banda di culto del movimento indie rock, c’erano per farsi i cazzi propri, soffocarsi di canne fino allo svenimento e affogarsi di birra, altro che ascoltare musica.
Fatta questa necessaria premessa, i primi brani del concerto dei Mogwai hanno avuto un impatto non esattamente eccitante sul branco osannante che, compresso in piedi in una piazza medievale, si aspettava qualcosa di diverso. Forse un soundcheck non calibrato sulle caratteristiche del luogo, forse la voglia dei musicisti di impattare rapidamente il pubblico, però quelle tonnellate di basse e bassissime frequenze, a fare tremare aorta e stomaco ( e nel mio caso anche i ponti costruiti dal dentista) non aiutavano a percepire cosa esattamente si stesse suonando. Poi, dalla metà del concerto in poi, il tecnico del suono ha sistemato le cose, e menomale.

mercoledì 3 agosto 2011

Woodstock in Sicilia


Beh, forse sto esagerando. Se vi trovate in Sicilia, tra venerdi e domenica prossimi (5-7 agosto) e siete interessati al movimento indie rock, potreste considerare l'idea di partecipare all'Ypsigrock.
Qui, il link con artisti e date (io vi raccomando caldamente Mogwai e Esben & th witch)

che il rock sia con voi

sabato 30 luglio 2011

Stile Antico

Stile Antico


Un nome italiano per un gruppo vocale inglese, giovanile, nato per il canto polifonico rinascimentale, quello di scuola Tudor che vede in Thomas Tallis il suo maggiore e forse più noto esponente, non fosse altro per quella complessa costruzione che è lo Spem in Alium.

Nell'autunno scorso, ho avuto dalla redazione di Audiophile Sound, un loro cd perché ne scrivessi nella sezione musica. Ho ascoltato il disco e ho iniziato a pormi più di una domanda. Ma la più frequente è stata: "ma chi sono questi baldi giovani che si permettono di insidiare i Tallis Scholars con questa sfacciataggine?" e la seconda era: "ma canteranno così anche dal vivo?"

Le due domande erano in qualche modo legittime: la prima perché questi giovani hanno una tale maturità che ci si domanda come possano benevolmente insidiare il ruolo dei Tallis Scholars o di un altro gruppo di grande rilievo come I Fagiolini (è proprio il nome del gruppo).

Cantabilità, intonazione, capacità di accentare dinamicamente in modo veramente esemplare, voci di grande bellezza anche se prese singolarmente. Infatti, a quel disco attribuii un ottimo, proprio in virtù di tutte queste caratteristiche, ma soprattutto per quelle soprano che cantano con suoni sempre perfettamente "coperti", ovvero senza mai il minimo cenno di suono di gola, ma sempre preso correttamente "di testa".

La seconda era altrettanto legittima: quante prese avranno fatto per un risultato simile? Al limite della perfezione.

Occorreva una verifica sul campo.

lunedì 25 luglio 2011

Come si forma il prezzo di un prodotto

Leggo sul forum di Videohifi un thread aperto da una persona celata dietro ad un nick, col titolo che abbiamo messo in oggetto.

Lo riproduco quasi integralmente, togliendo riferimenti a fatti o persone, che tanto sono superflui, nel contesto:



"Sappiamo tutti, e non c'è bisogno di sottolinearlo, che non esiste alcun rapporto diretto tra i costi dei materiali e delle lavorazioni e quelli del prodotto finale, in Elettronica e, soprattutto, in Hi-Fi.
Solo come esempio: tra i costi di componentistica del lettore walkman più economico e quelli del lettore CD più costoso ci può essere una differenza di 200 Euro al massimo, mentre i prezzi di vendita variano dai 40 ai 20.000 Euro.
Per i diffusori il discorso è complicato dal costo degli imballi e delle spedizioni, che a volte possono esser simili a quelli di un trasduttore.
In tutti i casi il costo della progettazione va suddiviso per il numero di unità effettivamente producibili e vendibili, che è ovviamente diverso se parliamo di due diffusori da oltre ventimila Euro o di due cassettine da pub, in plastica stampata, da 100 Euro la coppia, prodotte in migliaia di esemplari.
Fin qui abbiamo esaminato i costi "per pezzo".
MA I COSTI PIU' IMPORTANTI E VARIABILI, da Azienda ad Azienda, a parità di categoria di prodotto e di numero di pezzi venduti, SONO QUELLI DI PROMOZIONE E DI DISTRIBUZIONE.
Un progettista, come XXX, può presenziare a qualche mostra, a volte ospite di amici e contare sul passa-parola, per cui i suoi prodotti avranno un costo minore, appunto perché mancano gli investimenti in copertine di riviste e pubblicità varia. Però gli esemplari venduti potranno essere pochi, per cui il costo di progettazione finirà per incidere di più.
Un'altra Azienda potrebbe decidere di investire poco o nulla in progettazione, ma potrebbe stipulare cospicui contratti pubblicitari con due o tre delle riviste più vendute, ottenendo la copertina da ciascuna. Si tratterebbe di pubblicità tabellare, manifesta ed individuabile, per cui lecita. Venderebbe molti pezzi in più, ed i costi (anche quelli pubblicitari) si spalmerebbero su più esemplari. Non è un caso che questa sia la via più seguita.
Esistono altri percorsi possibili, alcuni conformi alle normative vigenti ed altri no, ma questo post è lungo abbastanza."

domenica 24 luglio 2011

Amy Winehouse, un copione già scritto

Qualcuno, in giro per forum, ha scritto che la morte della Winehouse sono "... c@@@i suoi" perchè aveva i soldi, il successo ed è morta per alcool e droga e quindi per sua libera scelta.

Dietro una fine di questo tipo non c'è il vizio, ma una sofferenza. A nessuno viene in mente di autodistruggersi, sino al totale annientamento e alla morte per mero vizio, per divertimento.

Dietro comportamenti anomali quali la dipendenza dall'alcool o da sostanze stupefacenti, c'è prima di tutto la voglia di non provare più nulla. La vita umana è fatta di emozioni e volerle escludere in toto significa solo aver fatto tilt e non riuscire più ad andare avanti.

Perché la Winehouse si sia ridotta così non lo sappiamo e non lo sapremo mai. Potremmo pensare che si sia trattato della difficoltà di superare il successo planetario per una persona che probabilmente non era sufficientemente dura per sopportarlo (anche i suoi look, stile maschera e con tutto quel make-up anche troppo aggressivo, dimostravano che la nostra, la sua intimità la voleva tenere nascosta). Ma per quante illazioni si possano fare, non avremo mai la minima certezza. Le ragioni se le è portate via con sé.

Quel che resta è la scomparsa di una cantante che per particolarità della voce, per modalità di emissione, per senso del ritmo, mi ha sempre ricordato due altre piccole grandi donne che hanno fatto la stessa fine: Billie Holiday e Janis Joplin.

E a me spiace che la Winehouse sia morta: umanamente e anche artisticamente.

Un ricordo con la sua canzone più nota:
http://www.youtube.com/watch?v=5LTPRJqt2z4&feature=related

Domenico

venerdì 22 luglio 2011

Beirut, ma non è in Libano





Se tra i cd proposti a 5 euro da Amazon ci trovate pure questo dei Beirut, compratelo subito, anzi prendetene un paio di copie da regalare. Si resta spiazzati, ascoltandone le tracce: che uno si immagina rock di quello cattivo, o musica orientale, con quel nome così ingombrante, Beirut. Invece "The rip tide" è uno di quei cd da ascoltare prima di un tramonto estivo, per riconciliarsi con la giornata, è musica evocativa, che spinge alla nostalgia, alla melanconia, allo schiudere i cassetti dei ricordi. Come descrivervi meglio cosa andrete ad ascoltare: avete presente i Calexico? E avrete sicuramente ascoltato i The National, e sono assolutamente certo che anche Oi Va Voi fanno parte del vostro background di ascoltatori di indie-pop e indie-folk. No? Meglio così, anche perchè a fare paragoni poi si ingenerano false aspettative. I Beirut suonano quasi esclusivamente strumenti acustici, trombe e tromboni, chitarre e mandolini, e l'effetto è stupefacente, generando sonorità in bilico tra il folklore e il pop. A me sono piaciute molto "postcards from Italy " e "the elephant gun", di cui posto il video.

Che il rock (e anche l'indie folk) sia con voi.

Promozioni CD, prezzi in calo

Sono anni, ormai, che giustamente tutti ci lamentiamo del costo troppo elevato dei Compact Disc. Per fortuna, ultimamente le case discografiche sembrano aver capito che la vecchia strada portava solo ai furti della musica tramite download illegali.
Amazon.it sta ora facendo delle ottime offerte, una delle quali vi permette di acquistare 4 CD per 20 euro. Se cliccate sul banner che ho messo sul blog, potrete scegliere tra i 2000 titoli che compongono la promozione. L'offerta scade a fine Agosto.


Buona musica a tutti

mercoledì 20 luglio 2011

lunedì 18 luglio 2011

Lo stereo del vicino è sempre meno verde

Suppongo ci avrete fatto caso, sia che abbiate amici appassionati di audio (dovrei usare l'aggettivo "audiofili" ma oggi mi sento buono), sia che leggiate con attenzione i forum, blog, proclami, manifesti, pamphlet  e persino aforismi che abbiano a vedere con la riproduzione della musica: lo stereo altrui non suona mai bene come il nostro, salvo le classiche eccezioni che confermano la regola.
Si vomitano pubblicamente tutte le possibili critiche agli allestimenti in fiera, per dimostrare che se ne sa sempre una più del diavolo e che quei somari che non riescono a far suonare centomilaeurodimpianto, non meritano niente. Neanche di vendere un clamp per CD.
Si fa un calderone di ambienti malsuonanti di loro, di abbinamenti magari poco fortunati ma imposti da comprensibili politiche commerciali e chi più ne ha più ne metta. Fatto sta che pare che gli unici in grado di mettere insieme un impianto almeno discretamente suonante, siano i soliti 60 milioni di allenatori della Nazionale, mentre chi si cimenta con dimostrazioni pubbliche è l'unico italiano che proprio non ci sa fare.

martedì 12 luglio 2011

Luglio

Fa caldo (ma và?), un po' di persone sono già in ferie e chi è ancora al lavoro pensa alla partenza. Il traffico nelle città è crollato ed è in forte calo anche il traffico su Internet, qui da noi.
Il nostro modesto blog (Bloggy per gli amici) risente della "fiacca" estiva, con un evidente calo degli accessi, che però, ad un mese dalla nascita, restano sostenuti oltre le migliori previsioni.
Anche i principali forum che trattano il nostro argomento sonnecchiano sotto il caldo sole di questi giorni.

lunedì 11 luglio 2011

Heypenny - A jillion kicks




Arrivato alla traccia numero 5, dall'invitante titolo di "water", che oggi che ci sono quasi quaranta gradi e stare dentro l'abitacolo non è proprio il mio massimo desiderio, vengo preso dal dubbio che i quattro ragazzotti americani siano stati colpiti da qualche virus mutante che causa disturbi di personalità, con effetti eccitanti sulla loro musica. Infatti, il brano parte come un pezzo dei Genesis in periodo Peter Gabriel, intenso, fibrillante, fino a diventare orgiastico.

venerdì 8 luglio 2011

cornershop, ovvero la musica meticcia

Ascoltando il nuovo lavoro dei Cornershop il primo termine che mi viene in mente è musica meticcia, o indie pop (anche nel senso di indiana, per via delle contaminazioni). Andiamo con ordine: il cornershop è il negozietto all'angolo che di solito nelle città britanniche è gestito da pachistani o indiani, e da noi anche da coreani, cinesi, mauriziani e potremmo tirare in ballo tutto l'atlante geografico.
Tornando all'ascolto del cd, si ha come la sensazione di camminare a bassa velocità dentro un'automobile, passando davanti a negozietti con la saracinesca alzata, dai quali escono musiche che si mescolano a quella dell'autoradio, creando così l'effetto meticcio di cui dicevo prima. Il titolo del cd è "cornershop and the double o groove of", e se vi capita di trovarlo su una webradio, ascoltatelo. Onestamente non consiglio l'acquisto d'impeto, intanto perchè sono 40 scarsi minutini, e poi perchè a me pare un pò monotono.
Qui, una traccia remixata da fatboy slim e qui di una dal nuovo cd.

che il rock (anche quello meticcio) sia con voi.

giovedì 7 luglio 2011

"Bassista da curriculum"

E' l'espressione usata da Fabio, musicista iscritto al forum di Videohifi, col quale stavo scambiando qualche opinione circa i concerti dei Pink Floyd e dei loro ex elementi.
Si parlava di Guy Pratt, bassista che fa parte dei Pink Floyd da quando Roger Waters se n'è andato e che vanta nel suo, appunto, curriculum, collaborazioni con artisti del calibro di Robert Palmer, Bryan Ferry, Madonna, Michel Jackson, Tom Jones, Elton John, Gary Moore, ecc.