giovedì 18 agosto 2011

TALLIS SCHOLARS A MILANO

Già, ieri sera, dopo gli Stile Antico, sono approdati sulle scene milanesi, "Loro", i Tallis Scholars, gruppo di ormai quasi quarantennale storia e carriera, gli immarcescibili interpreti del repertorio rinascimentale non solo inglese, ma anche italiano.

Un programma misto, dove si sono alternati Arvo Part con Palestrina e William Byrd, passando per Praetorius, senza dimmenticare Thomas Tallis, musico di corte di Enrico VIII e ovviamente il brano che forse più ha reso celebri i Tallis Scholars in giro per il mondo, il Miserere di Gregorio Allegri.

Luogo dell'esecuzione, ancora la Basilica di Santa Maria della Passione.

Bel programma. Bella esecuzione. Bel concerto.

Dalla musica seriale di Part al Rinascimento classico, un viaggio che ci ha portati dal 1500 ai giorni nostri, con una grande continuità stilistica.

Splendide le sette Antifone sul Magnificat di Arvo Part; canto sempre eccellente, attacchi e tenuta del tempo da manuale. Bellissimo il pur corto canone doppio del Miserere Nostri di Thomas Tallis, autentica chicca nel pieno stile di Tallis, quello dello Spem in Alium tanto per intenderci.



Ma la pièce clou della serata era ovviamente il Miserere di Gregorio Allegri, quella partitura così sensuale che Urbano VIII non volle valicasse i portoni della Cappella Sistina perché avrebbe distolto i fedeli dalla funzione religiosa. Sensuale? Si, sensuale davvero, con quelle pause studiate e calibrate. Bella esecuzione. Coro primo sull'altare, coro secondo (un solo, bravissimo, tenore) dietro gli ascoltatori (lo avevo ad un paio di metri da me, posto che come solito ero in ultima fila, posizione dalla quale forse non si vede molto, ma in compenso si sente splendidamente nella chiesa deputata ad accogliere il concerto) e coro terzo nell'abside. Imperfezioni? Si: il coro primo è scappato dalle mani di Phillips un paio di volte e la soprano del terzo coro, quella che raggiunge quel do, nota talmente acuta da dover essere presa in forte (o fortissimo) e che faceva risuonare la chiesa, appoggiava sulla nota che precede il famoso acuto calando leggermente. Ma sono sciocchezze davanti all'opportunità di ascoltare dal vivo uno dei brani più noti del repertorio rinascimentale. Emozionante comunque.

Palestrina? Che lo dico a fare? E' il pane quotidiano dei Tallis ed era ovviamente eccellente.

Che dire dell'esecuzione tutta? In stile Tallis Scholars, formalmente perfetta, dinamiche sempre calibrate e mai eccessive - neppure in Part, che forse, a volte lo meriterebbe -; pecche, solo un paio di note di gola delle soprano nelle acutissime note delle Sette Antifone di Part. Ma è abbastanza normale quando i cantanti devono alternarsi tenendo la stessa nota senza far sentire al pubblico che ci sono quattro soprano e cantano alternandosi a due a due, come si faceva anche nel canto gregoriano.

Pubblico in visibilio e piccolo bis a base di Palestrina (che ai Tallis riesce bene sempre). Ecco, in questo i Tallis sono stati trattenuti; un secondo bis non avrebbe nuociuto certo (se poi avessero rifatto tutti il Miserere di Allegri, magari invertendo la posizione dei cori, non credo che ci si sarebbe lamentati).

Un parallelo con gli Stile Antico? Il giovane gruppo strappa qualche punto ai Tallis nella sonorità, nel timbro delle soprano, sempre coperto e mai di gola: anche le dinamiche sono gestite con grande facilità dagli Stile Antico. Gli Stile Antico, dal vivo, a volte hanno però qualche voce che predomina, cosa che non accade con i Tallis che peraltro hanno un repertorio decisamente più ampio.

In ogni caso, una di quelle esperienze da mettere in uno di quei famosi cassettini della memoria, da aprire gelosamente per riassaporare il piacere di poter dire "io c'ero".

Un saluto a tutti
Domenico

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