Finisce a breve il 2011 caratterizzato da tante negatività e si apre il 2012 che i Maja vorrebbero fosse l'ultimo della storia del genere umano o giù di lì. In realtà pare ora che rileggendo gli antichi testi, non accadrà un bel fico secco e andremo avanti ancora un po'.
Non sappiamo cosa ci attenda per il 2012, ma una certezza è il concerto del nuovo anno; anzi, "I" concerti, posto che ci sarà quello da La Fenice e quello dalla Musikverein di Vienna, che, come sempre, verrà trasmesso per metà e in differita (anzi, no; l'hanno trasmesso integralmente. Nota del 5.1.2012).
Tra i tanti concerti di Capodanno, quello che ricordo sempre con grande piacere è quello del 1979 (allora c'era solo quello di Vienna), l'ultimo diretto da colui che forse più di tutti incarnava lo spirito viennese degli Strauss, ovvero il Maestro Willi Boskovsky.
Di quel concerto fu fatta una registrazione, la prima Decca Digital poi messa in commercio, in un doppio LP dal suono splendido, luminoso come è quello che si sprigiona nella Sala Grande degli Amici della Musica.
Il brio che riusciva ad imprimere all'orchestra il buon Boskowsky non lo si è più sentito, se non forse con Zubin Mehta che a Vienna ha studiato. Certo ci sono stati altri bei concerti (Kleiber, Karajan, Maazel, Harnoncourt ed anche i nostri Abbado e Muti) e comunque la sola professionalità dei musici viennesi già garantisce un grande risultato. Ma lo spirito, l'allegria eppure la leggerezza che i Wiener Philharmoniker avevano quando a dirigerli c'era Boskovskiy sono andati un po' perduti.
Qui la polka schnell Auf der Jagdt, "A caccia":
http://www.youtube.com/watch?v=oVQUACOzopU
La cosa bella di questa registrazione è che alla qualità artistica (e pregherei di notare che, pur dal vivo, non c'è la benché minima sbavatura dell'orchestra) si unisce una notevole qualità del suono (purtroppo alcune digital successive non hanno fatto altrettanto); tant'è che personalmente la uso ancora oggi come riferimento, proprio la polka schnell qui sopra linkata, durante il cui ascolto è meglio controllare il volume. I colpi di arma da fuoco, vera, sono particolarmente potenti e mettono in crisi l'impianto. Chi poi è stato alla Grosse Musikvereinsaal, ne riconoscerà la sonorità.
Occhio, quindi. E occhio a non zompettare in giro per la stanza, immaginando atmosfere ottocentesche, con ampie volute nei walzer, evitando gli spigoli dei mobili domestici e stando attenti alla zona lombare.
Beh, andiamo verso questa fine anno e poi, magari, il primo dell'anno commenteremo i due concerti, quello italiano e quello austriaco, con quella serenità che è meglio si cerchi di imprimerci sin d'ora per superare non già il 2012 in sè e per sè, ma le avversità quotidiane che ci si pareranno davanti, come è stato nel 2011.
Un cordiale saluto a tutti
Domenico
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