mercoledì 26 ottobre 2011

L'errore del confronto col concerto dal vivo

Sia ben chiaro che non si tratta di un 3d che riguarda l'annosa discussione musica dal vivo contro musica riprodotta. Su quell'argomento si sono già spesi ingenti quantitativi di inchiostro e su come la penso credo sia noto, sia per quel che ho scritto nei forum, sia per quanto ho asserito, al di là della qualità degli apparecchi, nelle recensioni che sono state pubblicate (soprattutto le ultime, quelle su Audiophile Sound).

Ma mi riferisco proprio al concerto dal vivo, a quella piccola cerimonia che si rinnova ogni volta e che, fatti salvi i casi più eclatanti di flop da parte dell'artista, finiscono sempre con applausi che quasi scorticano le mani e urla idolatranti di "bravo, bravo, bis!" (se è per quello non è nemmeno sempre così: anni fa, all'Angelicum qui a Milano, fu dato un Imperatore con un pianista che fece un tal casino che alla fine il direttore quasi si rifiutò di ritornare sul podio per gli applausi. La gente urlava di giubilo e l'unico che si permise di urlare "buuuu" fui io che fui destinatario degli sguardi grati degli orchestrali).

Leggo sempre più spesso, sui forum, ma anche da parte di certi critici, l'entusiasmo per qualche registrazione, entusiasmo che è figlio di quello che è stato ascoltato a concerto.

Detto che il concerto è unico e la registrazione è invece replicabile all'infinito e che già solo questo comporta una partecipazione emotiva diversa, leggo consigli su registrazioni che mi lasciano perlomeno perplesso.

Leggo oggi su un forum la domanda di un forumer; chiede consigli circa Traviata con la Netrebko nella parte di Violetta. Un altro forumer dice che la Netrebko è perfetta vocalmente e come coinvolgimento nel personaggio. Ora, a parte che il coinvolgimento nel personaggio è figlio di una regia molto audace e tendente al lascivo (Violetta era sicuramente un animo gentile, seriamente innamorata, ma era anche parecchio "allegra") , è proprio vocalmente che la Netrebko lascia perplessi. Alla bellezza estetica (bellissima donna) non corrisponde altrettanta capacità canora. La voce non le manca certo, ma tra appoggiature, glissati, fiato corto (è una delle cantanti che necessita sempre più spesso, rispetto alle altre, di prendere fiato) e altri piccoli problemi, si finisce col preferire la Gheorghiu nell'edizione di Traviata con Solti sul podio.

Ora, è chiaro che la Netrebko ascoltata dal vivo faccia un'ottima impressione; tra l'effetto scenico, la sua avvenenza, il fatto che la voce certo non le manca, si passa volentieri su qualche difetto che forse l'accompagnamento orchestrale in sala rende meno evidente: ma la registrazione non mente (e il video neppure). Definirla scarsa è stupido, ma ritenerla perfetta non è corretto.

E ciò si applica anche ai direttori d'orchestra, ove un Dudamel vale quanto un Karajan o un Celibidache (chi li ha ascoltati tutti e tre dal vivo, riconosce a Dudamel una capacità eccellente di controllo dell'orchestra, come anche a Gergiev; ma certo chi ha ascoltato Karajan dal vivo sa di cosa era capace il buon Herbert in termini di concertazione, fraseggio e tenuta).

Insomma, quando si deve consigliare una registrazione, sarebbe bene astrarsi dall'esperienza live per concentrarsi sull'effettiva performance registrata: un esempio? Ho ascoltato ieri la seconda di Brahms diretta da Giulini: bella esecuzione. Ma Giulini l'ho ascoltato spesso dal vivo e ogni volta ci (eravamo un gruppo) assaliva un sonno tremendo. Bravo, ma noioso e prevedibile. Altro esempio? Karajan: in disco non è che la pallida replica di quel che era dal vivo. Abbado? Idem. Sawallisch? In disco non se lo copre nessuno, ma dal vivo era uno dei più "sicuri" nell'esito finale.

Insomma, il concerto è il concerto: il disco è il disco.

Occhio a governare le emozioni che spesso si passano scrivendo, ma che poi l'eventuale "consigliato" non ritrova nella registrazione consigliata.

Un saluto a tutti
Domenico

domenica 23 ottobre 2011

Darkness Falls: Alive in us


Lo ammetto, la scelta di recensire questo disco è fortemente influenzata dal mio stato d'animo odierno. Chi, come me, è appassionato oltre che di musica anche di motociclismo sa di cosa sto parlando. Darkness Falls è formato da due musiciste, e Alive in us è il loro disco d'esordio. Un esordio molto interessante, il risultato raggiunge quello che era il concetto che le ha portate a suonare insieme.
Il sound mescola aspetti ancestrali, quasi onirici, con basi elettroniche estremamente moderne: il risultato è quello di musica che parla di malinconia, di nostalgia, di qualcosa che è passato e che probabilmente è impossibile recuperare, una malinconia declinata al presente. Il dualismo è probabilmente presente già dal progetto, basta guardare la copertina, che riporta le immagini delle due musiciste, opposte eppure complementari. Brani preferiti: The Void (l'assenza) e Noise on the line. Per darvi un'idea della consistenza del sound, ci sono echi di Coral, di the Killers, di The Shins. Da ascoltare.

che il rock sia con voi

martedì 11 ottobre 2011

Ill sassolino nella scarpa:Stravinskij dirige se stesso

Già, ogni tanto vien voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa perché dà fastidio e pure molto.

Negli ultimi tempi, in cui l'affermazione dell' "io" pare l'unica condizione per sopravvivere, un'affermazione che passa spesso (la televisione insegna) attraverso l'urlo e l'insulto, si leggono alcune cose che danno molto da pensare. Cose che si riferiscono al solo gusto personale, senza trovare poi un vero e proprio apporto a quel che si dice: ma tant'è, basta dire per essere.

Tra le tante "storielle" che contornano la musica classica, si parla spesso di incapacità dei compositori di dirigere se stessi. Probabilmente è vero che il gesto direttoriale di un von Karajan, o la magniloquenza del gesto di un Celibidache, non sono appannaggio di chiunque: ma è altrettanto vero che il volere del compositore, la lettura della sua composizione da parte di se stesso (ovvero di colui che sa cosa voleva dire nel momento in cui fissava tutte quelle "formichine" sul pentagramma) lo conosce solo il compositore stesso.


domenica 9 ottobre 2011

dischi inutili, oppure no (bjiork, pure tu?)





Allora ditecelo: avete esaurito le batterie. In questo nuovo cd di Bjiork, praticamente in tutti i brani la voce della signora Bjiork è accompagnata nei suoi lamenti da strumenti musicali semplici e improvvisati, tranne che in un brano, in cui il povero ascoltatore spera di mettere un pò di ritmo alla propria esperienza sonora. Invece no: la musica, il rock, il pop, in questo cd sono assenti ingiustificati. Anche in questo caso, si va a scoprire che si tratta di una raccolta di brani pensati singolarmete come apps per ipad e iphone. Ma che risulta terribilmente minimalista, e i-noioso, anzi noiosissimo. Pure questo, come il precedente, a giudizio di chi vi scrive, e se ci sono contrari che facciano sentire la loro voce nei commenti, un disco inutile, e noioso.

dischi inutili, oppure no (peter gabriel, ma che ci combini)




Ho avuto in questi giorni alcune novità in heavy rotation nel lettore cd della macchina, e anche nell'ipod perchè volevo capire se avevo capito bene.
Mi sono reso conto (e rinvio alla lettura del mio post precendente, quello in cui parlo dello scioglimento dei R.E.M. ) che effettivamente alcuni artisti meriterebbero la pensione anticipata, non foss'altro perchè alla musica rock hanno dato tanto, ed ora non hanno più niente da dire. Esce un doppio di Peter Gabriel e il sottoscritto spera che sia un pà più vivace del precedente "scratch my back". Invece no: è una raccolta di brani riorchestrati, in cui sono stati aboliti tutti i suoni elettrici, e anche quegli strumenti che danno il beat ai brani.Lui e un'orchestra classica. Quindi niente chitarre, bassi, batteria. Alcuni pezzi in effetti, anche a causa e per merito della voce ieratica e profonda di Peter Gabriel hanno una loro ragion d'essere, ma tutto il primo cd del doppio è noioso, non può essere ascoltato per intero più di un paio di volte, magari un pezzo qui e uno in una compilation...poi si passa al secondo cd. Sorpresa! Sono gli stessi medesimi brani, stavolta senza la voce di P.G. Che se io fossi il regista di documentari naturalistici, in cui si assiste agli emozionanti corteggiamenti e accoppiamenti di libellule e maggiolini, mi direi "azz...della musica buona per il mio documentario!".
Poi capita pure di leggere un'intervista a P.G. su un quotidiano locale, in cui il simpaticone dice "vorrei vendere più dischi di lady gaga". Allora ho capito: ha bisogno di soldi...e che lo dica chiaramente, facendo una sottoscrizione pubblica: ogni fan gli regalerà 5 euro e lui potrà tirare a campare ancora un pò, magari nel frattempo troverà l'energia per comporre una decina di canzoni nuove, che ci meraviglino. Oppure lasci perdere e basta; a mio avviso questo "new blood" non ha proprio niente di nuovo, è un freddo e calcolato esercizio di scarificazione di vecchi brani, riconfezionati e ripuliti anche dalla voce di P.G. Pensandoci bene, poteva anche mettere un terzo cd con le tracce del suono del sediolino del pianista.
In conclusione, un disco inutile. I Fan-atici di P.G. lo ascolteranno estasiati, ne sono certo, io credo che a non comprarlo, non si commetta nessuna omissione.

domenica 2 ottobre 2011

Monaco High End 2010


Milano hi-end 2009

Zagabria 2008 - seconda parte



Zagabria 2008 - prima parte





High End Symphony 2010, Lugano

Un po' di foto - Presentazione

Già, perche gli hard disc dei reporter sono pieni di fotografie, scattate alle varie manifestazioni. Purtroppo, la stampa sulle riviste, spesso degrada sensibilmente la qualità delle immagini ed è un peccato.
Tra l'altro, noterete che buona parte delle foto sono sovraesposte, per compensare l'antipatico effetto di oscuramento che subiscono in fase di stampa.
Ho quindi pensato che potrebbe essere una curiosità caricare su questo blog alcune delle foto che ho scattato in passato ai nostri apparecchi.
Le presenterò così, senza didascalie o commenti.
Si tratta di servizi realizzati in passato.
Quelli recenti, per ora, sono solo su carta stampata.

Buon divertimento