mercoledì 14 settembre 2011

Kasabian, ovvero il rock citazionista




Un disco citazionista: questo è quanto mi sento di scrivere dopo avere ascoltato il nuovo cd dei Kasabian. Il titolo è “velociraptor”, e uno si immagina di avere a che fare con rock veloce e aggressivo, dimenticando che l’animaletto da cui prende il titolo era anche opportunista e combattente (come dice wikipedia). Il primo brano contiene una sequenza di archi che vagamente ricorda quella scritta da Paul McCartney per la colonna sonora di un film di 007. Il secondo ha invece delle tastiere che suonano come quelle dei Pink Floyd in Wish you where here, ed un ritmo floydiano, lento, doloroso e dolce. Poi, senza strappi, si arriva a “goodbye kiss”, il terzo brano che si srotola romanticamente come una canzone di David Bowie degli anni ’80, qunidi si arriva alla traccia numero quattro (days are forgotten), in cui finalmente si riconosce il sound nativo dei Kasabian: ad un certo punto spuntano pure degli inattesi coretti di voci bianche e un po’ stonate. Non mi dilungo nella descrizione degli altri brani, altrimenti vi tolgo la curiosità di ascoltarlo, comunque vengono citati anche i Led Zeppelin ed i Rolling Stones… Mi è piaciuto? Dopo il secondo, e soprattutto dopo il terzo ascolto direi di si, è sicuramente un cd interessante, e che propone nuove idee. Brano preferito, quello che dà il titolo al cd. A tutto il lavoro, voto: 8.

Che il rock sia con voi.

7 commenti:

  1. Questa sera, tornando a casa col bus, ho visto su un pannello il disegno qui sopra. Mi sa che i Kasabian arrivano a Milano; domani guardo meglio per capire date e collocazione del concerto. Poi, magari, il "padrone di casa" mi accompagna pure :-)
    Ciao!
    Domenico

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  2. Intanto, avendo in studio un collega che si occupa attivamente di musica moderna, stasera inizio ad ascoltare il loro primo cd. Magari domani ti scrivo che ne penso.
    Ciao!
    Domenico

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  3. Bene Domenico, peraltro penso che il loro primo cd sia pieno di energia e di fantasia. Tieni anche conto del fatto che le band moderne, nelle esecuzioni dal vivo non sempre sono soddisfacenti, spesso puntano allo stordimento dei pischelli con tonnellate di watt...
    Aspetto con curiosità e deferenza la tua opinione.
    Ciao, Antonio.

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  4. Deferenza? Tra il "signor" e altro, mi fate sentire un babbione :-)
    OK. Ero già stato avvertito di pessime performance di gruppi moderni (mi è stato fatto il nome degli Oesis9, proprio dal vivo e quindi nell'ascolto dei Kasabian terrò conto anche di questo. Domani prenoto e poi ti so dire (ho scoperto che in studio ci sono tre persone che andranno e quindi la compagnia è già assicurata; mi si parlava pure di un happy hour prima del concerto ...).
    Ora attacco l'ascolto del loro primo cd.
    Ciao!
    Domenico

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  5. Strani son strani forte; ci si sente di tutto e di più. Dal rock risorto alla Gary Glitter dei tempi in cui si truccava (non chiedermi perché, ma il ritmo di Reason Is Treason, quello mi ha ricordato) a citazioni di varia natura.
    Il primo cd - salvo errori, è del 2004 - mi sembra una commistione (a volte slegata) di elettronica/rock/fusion: insomma, in milanese si direbbe "un risott coi codig", ovvero un risotto con le cotiche, un intruglio strano.
    Proseguirò l'ascolto, ma per intanto, in un simile impasto e con così tante citazioni, non mi dispiacciono e si concretizza sempre più la voglia di andare a sentirli dal vivo ...
    Ah, Medicineman, hai fatto un danno: chi mi conosce sa che se mi piglia la curiosità, son danni :-)
    Ciao!
    Domenico

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