lunedì 27 giugno 2011

Preamplificatore Olimpia Audio Guglielmo II

Capita spesso che si provino approfonditamente degli apparecchi e che se ne prendano appunti che poi non sfociano in una recensione, ma restano nel database di quel che è stato attentamente ascoltato. E' il caso di questo preamplificatore del quale ho appuntato quanto vi sottopongo ora.
Un saluto a tutti
Domenico
Pramplificatore
OLIMPIA AUDIO GUGLIELMO Mk II
Costo: 1.500,00 €
Costruttore: OLIMPIA AUDIO, Milano (www.olimpiaudio.com)
Guglielmo, ovvero una gradita sorpresa.
Giunto alla sua seconda versione (esteticamente completamente differente dal suo predecessore), è il preamplificatore “piccolo” di Olimpia Audio, l’impresa milanese di cui è titolare Silvano Sivieri. Apparecchio ibrido (nel senso che utilizza una valvola con carico attivo a transistor e polarizzazione a led), minimalista, utilizza al suo interno un solo triodo ECC82. Guglielmo Mk II è dotato di tre ingressi alto livello ed una uscita per il finale. La costruzione è curata quanto basta, sì da giustificare l’artigianalità del prodotto ed il prezzo appare commisurato alla finitura dell’apparecchio (migliorata rispetto a quella che era la finitura del finale Alfonso), ma piuttosto contenuto in relazione alle prestazioni sonore.
E’ possibile ottenere, a richiesta e con sovrapprezzo, il controllo del volume motorizzato (quindi, il telecomando ormai da molti ritenuto imprescindibile) e si può anche, laddove lo si ritenga, far effettuare modifiche migliorative della componentistica ed infine scegliere di far montare valvole NOS.
Per la prova, l’apparecchio fornitomi è quello per così dire “base”.
Il preamplificatore si presenta in un box metallico abbastanza robusto, con le due manopole in alluminio che comandano selettore egli ingressi e volume ed ha sul retro la presa IEC per l’alimentazione e i connettori d’ingressi ed uscita di buona qualità. Il pulsante per l’accensione, una volta premuto, accende un led azzurro come quello già visto sul finale Alfonso.
Guglielmo II, come detto, ha una circuitazione con pochi componenti sul suo percorso. Il guadagno, pari a 16 db, si rivela sufficiente per la maggior parte degli accoppiamenti e non ha creato problemi né nel collegamento con lo Spectral utilizzato per questa prova d’ascolto, né con altri apparecchi utilizzati durante la sua permanenza in casa. Il funzionamento è in classe A e non è presente controreazione.
Detto subito di una certa ruvidità di funzionamento del controllo di volume (mentre il selettore degli ingressi, a relais, ha un funzionamento morbido) che però si elimina se si decide per l’apparecchio col volume motorizzato, è da osservare che Guglielmo II va decisamente molto bene, soprattutto, lo ribadisco, in relazione al prezzo richiesto.
Lungi dal voler impensierire i mostri valvolari che non verranno certo spodestati, Guglielmo mk II lavora tranquillo, con fase invertente e offre il suo servizio senza impensierire il suo fruitore. Posso già anticipare quanto scritto alla fine della recensione dell’Alfonso, ovvero che questo preamplificatore – ancor più di Alfonso - pagherà lo scotto di costare poco e di non avere un nome altisonante, ma sarà un vero peccato perché invece ha delle prestazioni decisamente interessanti.
La prima cosa che colpisce à la pressoché totale assenza di grana nel suono e questo, alla cifra richiesta, è già un eccellente risultato. E la luminosità del suono, che tiene lontana la freddezza ma dà una sorta di comunicatività al suono. Ma ascoltando poi attentamente ci si rende conto che la dinamica non manca, che il basso è fiorito ma assolutamente mai scomposto e soprattutto non è mai gonfio, la gamma media è molto pulita (e veramente rivelatrice della qualità di quel che gli sta a monte) e la gamma acuta è definita e cristallina. L’unico punto debole che ho potuto rilevare, rispetto ai miei riferimenti, è quanto rilevato con Alfonso, ovvero che la scena tende ad essere un po’ lateralizzata; ma, fatto esattamente quanto feci allora, è stato sufficiente spostare le casse acustiche per riottenere una scena molto buona, giustamente alta e profonda (sempreché tale sia poi nella registrazione: Guglielmo II si inventa nulla).
Nel Miserere di Allegri su Archiv (Preston) le voci sono tutte perfettamente distinguibili; eccellenti le voci bianche che paiono non soffrire di particolari costrizioni nella parte più alta della tessitura ove invece quella sensazione di affaticamento che la vocalità infantile ingenera è presente in tutta la sua portata, pur senza mai togliere piacevolezza alla riproduzione. La sensazione di grande libertà del suono colpisce particolarmente, come se il segnale trovasse pochi ostacoli sulla sua strada e tutto (compresi i piccoli rumori catturati nella registrazione) uscisse con la massima facilità e naturalezza. L’ambiente nel quale l’esecuzione avviene è grande, carico di risonanze.
La Passione secondo San Giovanni di Bach, nell’esecuzione di Pickett su Virgin, restituisce degli strumenti molto ben delineati all’interno della scena, pur senza mai riproporre suoni puntiformi. Il gruppo qui utilizzato, non particolarmente numeroso, viene riproposto con grande facilità, senza nessuna forma di aggressività e conseguentemente senza nessuna fatica d’ascolto neppure a volumi molto alti; ciononostante, il suono non è assolutamente morbido ed è anzi ben definito. Il contrabbasso è giusto, grande, ma mai eccessiv o. I cantanti tutti, ben ripresi in fase di registrazione, hanno aria intorno e pur risultando avanti rispetto all’orchestra, non lo sono mai in maniera innaturale. La scena è ben dilatata dietro gli altoparlanti, ma senza mai essere meno che definita.
Il pianoforte di Pogorelic nelle sonate di Brahms su DGG “passa” molto bene. La parte bassa esce sufficientemente perentoria, anche se lascia qualcosa in termini di “peso” dello strumento, ma il timbro è lucente e molto coinvolgente. La velocità nei tempi di attacco e nei decadimenti appare corretta, come confermano i repentini interventi del pedale. Lo strumento risulta ampio e dotato di una buona dinamica; Pogorelic a volte picchia con violenza e l’impianto altro non fa che restituire quella violenza.
Nel consueto Vespro della Beata Vergine di Monteverdi, nella solita esecuzione di Gardiner, le voci vengono tutte riproposte con molta naturalezza; la restituzione dell’acustica ambientale e della dislocazione degli esecutori posteriormente alle Magneplanar è incantevole. Le risonanze create dagli strumenti che agiscono in gamma bassa sono ben restituite, dando una sensazione di verità che cattura l’attenzione. Gli interventi dell’organo, hanno un decadimento naturale. La carenza di evidenti colorazioni e la mancanza di grana, invogliano ad alzare il volume.
Con Oscar Peterson e il suo We get requests il trio è ricostituito molto bene; la posiz ione degli strumentisti è costretta negli altoparlanti, ma è un problema della registrazione e questo par porre l’accento su quanto ho scritto qui sopra relativamente al fatto che Guglielmo II non si inventa nulla. Tuttavia gli strumenti hanno un timbro molto naturale ed anche la dinamica pare corretta. Ove invece gli strumenti non sono negli altoparlanti è nella registrazione di A night in Tunisia, di Art Blakey su Philips ad incisione diretta dove la scena è profonda ed ampia; ottimi, poi, i timbri di tutti gli strumenti – colpisce la naturalezza della tromba – e sicuramente Guglielmo II con questo disco manifesta di non essere affatto deficitario in termini di dinamica.
Il lavoro di Guglielmo e la sua capacità di ben definire i timbri degli strumenti è evidente con la produzione Alia Vox dal titolo “The Celtic Viol”, dove Jordi Savall suona una viola soprano accompagnato da un’arpa con un repertorio di musiche irla ndesi e scozzesi che affondano la loro origine dal medioevo in poi. Gli strumenti hanno una posizione corretta e le risonanze del luogo ove è stata ripresa la performance sono naturalmente presenti e completare una riproduzione che dal punto di vista del timbro non dà adito a critiche.
Nel Départ, di Rhim, diretto da Abbado, i tempi di attacco sono velocissimi. Il contrasto dinamico è veramente ottimo e le repentine richieste di potenza che la partitura – e la registrazione, ottima peraltro – richiede, sono restituite con immediatezza. Nessuna mai neppur minima forma di confusione in una registrazione che invece per complessità dell’organico e per la dinamica dirompente potrebbe ingenerarne con grande facilità.
Delicatissima la restituzione del violoncello solo nelle Suite di Bach suonate da Starker su Mercury; lo strumento è ben posizionato, con un bel suono, le note più basse sempre “a piombo” a delineare uno strumento che risulta infine piuttosto vero.
Ho voluto poi utilizzare Guglielmo Mk II per verificare qualche sua tendenza a velare il risultato, magari ammantando il suono con qualche sua caratteriz zazione, ma in realtà ho trovato che è molto trasparente e le differenze tra i due lettori di CD o tra le due configurazioni analogiche (con relativi pre-fono) erano manifestate senza difficoltà.
Direi che ho provato un certo imbarazzo nello scrivere questa recensione: i toni trionfalistici non mi si addicono, né li ho mai utilizzati, ma dopo aver ascoltato – per quasi due mesi - questo preamplificatore e soprattutto pensando al suo rapporto prezzo/prestazioni, a volte ho provato la voglia di scrivere qualcosa di più del solito commento. Ma quel che secondo me conta è che Guglielmo Mk II è un apparecchio molto trasparente, esteticamente è piacevole, non vuole essere il primo della classe e costa anche una cifra che potrei definire contenuta. Benché non presente nei comuni canali di distribuzione, consiglio a chi fosse interessato ad un pre valvolare di fascia economica ma dalle eccellenti prestazioni di cercare di ascoltare almeno una volta questo apparecchio.
Peccato che questa sua sorta di understatement lo farà forse passare inosservato (mi sembra però che i commenti raccolti dopo lo scorso Milano hi-end facciano capire che non è esattamente così): ma lui pare un vero gentleman, di quelli che hanno classe; e come una persona che ha una classe innata, non la manifesta mai in modo sguaiato.


Il primo look ...










Il secondo, ed attuale look

1 commento:

  1. Il potenziometro montato nel mio preamplificatore Guglielmo MkII è l'ALPS RK-40, secondo come qualità solo al costosissimo ALPS RK-50.
    l'RK-40 è un potenziometro particolarmente grosso,ben più del classico ed economico ALPS Blu RK-27. Questo comporta una migliore precisione e stabilità meccanica, dovuta ai contatti striscianti più ampi, ma anche ad una minore scorrevolezza. E' il prezzo da pagare per una migliore qualità audio.

    Riguardo il telaio metallico vorrei segnalare che il telaio è completamente in alluminio, per cui amagnetico.

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