Il blog nel quale si racconta di riproduzione audio e di musica. Creato da Angelo Jasparro.
martedì 31 gennaio 2012
I listini italiani di JBL Professional degli anni '80.
Penso che questi listini possano essere utili a chi ricerca le caratteristiche tecniche ed i prezzi dell'epoca; per ora ce ne sono tre, ma poco per volta ne aggiungerò altri.
Lector presenta il suo nuovo convertitore
Si tratta del nuovo convertitore Digitale/Analogico Digicode S-192.
Il prezzo al pubblico sarà di euro 4.500 IVA compresa.
Ecco le caratteristiche:
Led indicator for analog and digital supply
Led lock for spdif/aes-ebu input
martedì 24 gennaio 2012
Sarah Vaughan & George Gershwin
Purtroppo tutti mi riconoscono come uno che ascolta solo musica vocale barocca; il che non è affatto vero. Ascolto di tutto, compresi David Guetta, Ne-Ho, Byoncée e Rjhanna, alla faccia di chi non ci crede.
Ed infatti qui vi parlo di un disco di canzoni di George Gershwin interpretate da Saray Vaughan con la Los Angeles Philharmonic Orchestra diretta da un ancor giovane Michael Tilson Thomas.
A questa registrazione sono particolarmente affezionato perché vinse il Grammy Award e Sarah Vaughan lo venne a sapere proprio il giorno in cui tenne un concerto a Milano, al Teatro San Babila, concerto al quale ero presente.
Detto che la signora Vaughan era una che al pianoforte ci sapeva fare e manco poco (iniziò il concerto con un piccolo morceau di Mozart; si interruppe, sorrise e disse "mi sono confusa" e scoppiammo tutti a ridere), in questa registrazione la sua voce, ormai rovinata dai troppi fumo e alcool (la Vaughan fumava come una turca e a fine concerto in genere si ubriacava; per tristezza se il concerto non la convinceva e per gioia se il concerto le era piaciuto. Tanto che è morta a soli 64 anni), ma ancora intonatissima e molto estesa sia in basso che in alto, regala momenti di rara bellezza, come quell'attacco di A Foggy Day, ove pare che la voce sia proprio rovinata dalla nebbia e dallo smog londinesi. Ma c'è anche una esecuzione bellissima di The Man I Love, intervallata da una lunga improvvisazione in cui la Vaughan fa sfoggio della sua maestria.
Il disco, che contiene tante canzoni arcinote (Summertime, I Love You Porgy, It Ain't Necessarily So, But Not For Me, Love Is Here To Stay, Embraceable You, Someone To Watch Over Me, Sweet And Low Down, Fascinating Rithm, My Man's Gone Now, The Man I Love, Nice Work If You Can Get It, S'Wonderful, Swanee e altre, quasi tutte in forma di Medley) è tutto bello e anche Tilson Thomas con la Los Angeles Philarmonic Orchestra restituiscono un suono grandioso che ben si addice alle composizioni del duo George & Ira Gershwin.
La registrazione, dal vivo, non è affatto male, ma sono proprio musica ed esecuzione che convincono.
Un saluto a tutti
Domenico
Il clavicembalo di Carl Philipp Emanuel Bach
Le registrazioni di Andreas Staier ottengono generalmente consensi positivi e questa registrazione lo conferma. Ne ho scritto la critica qualche mese addietro ed oggi l'ho riascoltato dopo una lunga pausa e senza per questo modificare il giudizio che qui riassumo.
Detto, storiograficamente, che F. J. Haydn considerava Carl Philipp Emanuel Bach come suo maestro, mi piace rilevare in questa registrazione l’intenzione di Staier e della Freiburger Barockorchester di tenere fede a quella dicitura che suona come un imperativo, ovvero “sei concerti per il cembalo concertato”, composti per clavicembalo, due flauti, due corni ed orchestra d’archi. Il clavicembalo e l'orchestra concertano veramente: peraltro Staier ha intelligentemente scelto un clavicembalo dal suono morbido copia di uno strumento del 1743 di Hyeronimus Albrecht Hass. La sonorità morbida e leggera dello strumento fa si che non vi sia mai una sua predominanza; nei momenti di tutti la sonorità dello strumento è fusa perfettamente con l’orchestra; il dialogo solo/tutti si risolve senza mai alcuna sensazione di eccessivo protagonismo dello strumento solista. Il risultato è che non sembrano più concerti per uno strumento solita e orchestra, ma un autentico gioco d'insieme. Il tutto ha un effetto di divertissement che ben si addice all'epoca.. Nulla da eccepire sui tempi rispettati come da indicazione di Bach e nulla da dire sugli accenti dinamici, ricchi e frequenti ma che non stordiscono come in alcune altre realizzazioni simili. Insomma, filologia si, ma senza stordire chi ascolta. Piacevole l’effetto dovuto alla presenza di flauti (traversi in legno e quindi dalla sonorità evidente laddove siano assenti i ben più “sonori” corni) e corni a sottolineare il “tutti”. Sull’esecuzione stilistica di Staier poche parole: diteggiatura precisa e senso del ritmo, con qualche piccolo rubato (soprattutto nelle cadenze e nei movimenti lenti) che accentua il ritmo e conferisce grande piacevolezza all’esecuzione di tutti i concerti. Molto brava l’orchestra, che ha sonorità piacevolmente ricche.
La registrazione è notevole, ben bilanciata e ricca di particolari. Direi molto naturale.
Ciao!
Domenico
lunedì 23 gennaio 2012
Sul modernariato meccanico
sabato 21 gennaio 2012
Don't call me buckwheat
giovedì 19 gennaio 2012
La trippa
Che questo blog si chiami Hi-Fi e Musica è fuor di dubbio; ed altrettanto fuor di dubbio è che sia legittimo che ogni tanto si esca dal seminato per parlar d'altro.
mercoledì 18 gennaio 2012
Dal mio passato: Bach e Leonhardt
Ieri sera è stata la volta dei Brandenburghesi di Bach, quelli famosi su dischi RCA-Seon e mi è tornata alla mente quella scenetta divertente (per noi che guardavamo, meno per chi stava sul palcoscenico a suonare), quando nell'assolo del clavicembalo del Quinto concerto Alda Stuuropp si alzò per andare a girare lo spartito a Van Asperen e per sbaglio girò due pagine invece che una: Van Asperen se ne accorse, girò furiosamente la pagina indietro, incenerì con lo sguardo la Stuuropp che con mimica da film muto guardò il pubblico portando la mano alla bocca e sorrise, provocando una risata generale. Ma furono dei grandi Brandenburghesi, nuovi nello stile, ascoltati in religioso silenzio nella grande Sala Verdi del Conservatorio di Milano.
martedì 17 gennaio 2012
E' scomparso un grande: Gustav Leonhardt
domenica 15 gennaio 2012
Segnalazione concerti, domani a Milano
Il programma:
GEORG PHILIPP TELEMANN (1681-1767): Concerto in la minore per flauto diritto, viola da gamba, archi e b.c,
JAN-FÉRY REBEL (1666-1747) : Les éléments, ballet
JOHANN GOTTLIEB GRAUN (1702-1771): Concerto in la minore per viola da gamba e orchestra
ANTONIO VIVALDI (1678-1741): Concerto in la maggiore per violino, violoncello all'inglese e orchestra RV 546
I musici:
Lorenzo Cavasanti (flauto diritto)
Vittorio Ghielmi (viola da gamba e direzione)
Orchestra da camera Milano Classica
Un saluto a tutti
Domenico
sabato 14 gennaio 2012
Mi presento
martedì 10 gennaio 2012
Benvenuto a Pepe57
La sua lunga esperienza nelle prove d'ascolto di apparecchi ad alta fedeltà sarà preziosa per tutti noi.
Benvenuto, Pietro e grazie di esserti unito alla squadra.
Immobilismo
E' vero, c'è la crisi. E' vero, non si vende.
Alcuni operatori hanno perso anche il 50% del fatturato negli ultimi tre anni. Le facce depresse sembrano la normalità in buona parte delle categorie merceologiche.
Questo, però, non può giustificare l'incredibile immobilismo che caratterizza il mercato dell'alta fedeltà in questi ultimi anni. Fino a che le vacche sono grasse e si vive di rendita, si può capire che non ci si dia troppo da fare per sviluppare le proprie strategie di vendita; i prodotti vanno via da soli, basta il passaparola e non ci si preoccupa di far crescere ulteriormente i fatturati.
Ciò che invece non può e non deve verificarsi, è che in periodi come quello che stiamo vivendo, ognuno si rifugi nel proprio guscio ed attende che il peggio passi. E' una politica che permette a qualcuno la sopravvivenza ma non a tutti. In ogni caso, è un comportamento che non prepara all'eventuale ripresa, nè permette di erodere quote di mercato alla concorrenza. Che poi è l'unica strategia di crescita - o di mantenimento di posizione di mercato - possibile, in tempi di depressione dei fatturati come l'attuale.
Come mai, allora, buona parte degli operatori sembrano essere spariti dal mercato? Come mai si sente parlare di loro - quando va bene - in occasione di un paio di esposizioni durante tutto l'anno e per il resto del tempo sembrano cadere in letargo?
giovedì 5 gennaio 2012
Il flauto degli anni 70 - Severino Gazzelloni
Si, ma quanto buona?
Beh, l'esecuzione è senz'altro diversa da quelle baroqueuses alle quali ci hanno abituato i vari esecutori moderni, quali Dan Laurin, ma non è nemmeno ferma come nelle esecuzioni di certi flautisti francesi coevi di Gazzelloni (uno su tutti Rampal, bravo ma un po' "accademico") oppure rinnovatrice si, ma un po' schematiche come quelle di Brüggen. Italiana, nel miglior senso della parola; quindi cantabile, leggera, virtuosistica senza essere stucchevole. Archiviato un po' in fretta dopo la morte, Severino Gazzelloni rivela un piacere del far musica, insieme con I Musici, che alla fine fa dimenticare le lezioni d'interpretazione filologica da Harnoncourt in su. Peraltro la cura della concertazione con i Musici è di qualità elevata e il disco (in realtà io ho ancora il vinile) passa in un soffio.
Dal lato tecnico, che posso dire? Forse che se il flauto fosse stato ripreso un po' meno scuro, la veridicità del messaggio sarebbe stata maggiore; ma basta pensare di essere un po' lontani dagli esecutori e ci si ritrova abbastanza. Anche la scena appare un po' dilatata, ma la timbrica degli archi è sana e tutto sommato anche dinamicamente, vista la potenza sonora in gioco, non eccessiva, è sufficiente ad ingannare l'orecchio.
La registrazione Philips è stata riversata anche su cd. Eccola:
Per chi invece volesse cercare a tutti i costi il vinile, ecco la copertina:
Un saluto a tutti e ... Buon Anno!
Domenico
martedì 3 gennaio 2012
parliamo di nipoti
Già, parliamo di nipoti. Ma non dei miei, che ancora non possono fornire alcun contributo alla causa del rock. Parliamo di Black Keys, ad esempio. Il loro nuovo cd si chiama "El Camino", la strada, e già il titolo è tutto un programma. C'è un bel pullmino chrysler con le fiancate in mogano, molto anni settanta. In quel van potrebbero benissimo aver viaggiato qualche decennio fa i Led Zeppelin ad esempio. E magari i genitori dei Black Keys hanno subito qualche influsso da dna mutante, cosicchè "el camino" è un cd di rock bello tosto, basso chitarre, batterie e voci, in perfetto stile zeppelliniano, del periodo blues, non degli ultimi tempi quando si facevano troppe seghe mentali orientali. E suona bene, da fare aumentare il volume fino a fare incazzare quello del piano di sopra.
Continuiamo a parlare di nipoti, avendo già escluso i miei deve per forza trattarsi di altri ragazzi prodigio. Che poi tanto ragazzi non sono, dato che hanno cominciato a sfornare dischi già dai '90. Wilco vi dice qualcosa? E se non vi dice niente, deve cominciare a dirvelo. Ah, la parentela: Crosby, Stills, Nash & Young: ballate folk-pop e suoni sperimentali, un doppio cd tutto da godere. E non solo ai nostalgici del country rock, della west coast, e di tutta quella musica suonata da hippies con la barba lunga. Provare per credere: il loro ultimo lavoro si chiama "the whole love". Ascoltatelo, anche nell'abitacolo di un'automobile mentre piove, l'onda delle suggestioni aumenterà.
che il rock sia con voi