martedì 10 gennaio 2012

Immobilismo




E' vero, c'è la crisi. E' vero, non si vende.
Alcuni operatori hanno perso anche il 50% del fatturato negli ultimi tre anni. Le facce depresse sembrano la normalità in buona parte delle categorie merceologiche.
Questo, però, non può giustificare l'incredibile immobilismo che caratterizza il mercato dell'alta fedeltà in questi ultimi anni. Fino a che le vacche sono grasse e si vive di rendita, si può capire che non ci si dia troppo da fare per sviluppare le proprie strategie di vendita; i prodotti vanno via da soli, basta il passaparola e non ci si preoccupa di far crescere ulteriormente i fatturati.
Ciò che invece non può e non deve verificarsi, è che in periodi come quello che stiamo vivendo, ognuno si rifugi nel proprio guscio ed attende che il peggio passi. E' una politica che permette a qualcuno la sopravvivenza ma non a tutti. In ogni caso, è un comportamento che non prepara all'eventuale ripresa, nè permette di erodere quote di mercato alla concorrenza. Che poi è l'unica strategia di crescita - o di mantenimento di posizione di mercato - possibile, in tempi di depressione dei fatturati come l'attuale.

Come mai, allora, buona parte degli operatori sembrano essere spariti dal mercato? Come mai si sente parlare di loro - quando va bene - in occasione di un paio di esposizioni durante tutto l'anno e per il resto del tempo sembrano cadere in letargo?




Tocca sfoderare la famigerata parolina magica: "marketing". Si, proprio questa parola, che pare aver assunto una connotazione negativa ma che, nella sua corretta accezione, vuole significare l'insieme di strategie atte a sviluppare le vendite.
Miei cari lettori, provate a chiedervi quale operatore hi-fi, sia esso grande o piccolo, mette in campo strategie di marketing non dico memorabili ma almeno abbozzate.
Cosa si fa per vendere? Nel migliore dei casi si manda un apparecchio alle riviste per una recensione, si partecipa ad un'esposizione di alta fedeltà o, in rarissimi casi, si organizzano incontri o eventi in varie sedi sparse per l'Italia, pubblicizzandoli così poco che si presentano quattro gatti. Chi di voi ricorda un qualche tipo di campagna pubblicitaria che vi permetta di memorizzare un determinato prodotto o, addirittura, di stimolare la vostra voglia di possesso? Chi di voi, se non ha il tempo di cercare in rete le novità, è convinto di essere informato sull'esistenza di tutti i prodotti presenti sul mercato italiano?
Neanche noi giornalisti di settore riusciamo ad essere informati quanto vorremmo, a causa di certi comportamenti ingiustificabili da parte di chi dovrebbe essere interessato a far conoscere i suoi prodotti ai potenziali acquirenti.
Vi racconto una cosa: quando uno di noi giornalisti di settore entra in una saletta di un'esposizione estera, sia essa il CES di Las Vegas o l'High-End di Monaco, non appena il titolare dell'azienda espositrice legge il cartellino "Press" che portiamo al collo, si precipita a presentarsi e a chiedere se vogliamo essere informati, mettendosi a completa disposizione.
Al Top Audio, no. A volte entriamo nelle salette, magari deserte e l'annoiato operatore ci guarda di traverso, senza degnarci di una parola. Fotografiamo gli apparecchi presenti e dobbiamo arrangiarci a scoprire cosa sono, che neanche un foglietto con l'elenco di ciò che è esposto, ci fanno trovare.

Ribadisco, quindi, la necessità per gli operatori di uscire dal proprio guscio e di preoccuparsi della promozione dei loro prodotti. Lo so, una persona che se ne occupi costa ma passare le giornate a girare i pollici, non avendo nulla da fare, costa ancora di più.
Serve una persona che si occupi a livello "professionale" dei rapporti con la stampa e della comunicazione col pubblico. Una persona in grado di allestire un impianto che suoni bene ma anche in grado di presentarlo e di interessare il pubblico presente, che mettere e togliere dischi (del genere che magari non interessa alle persone presenti in quel momento) è cosa che chiunque può fare.
Bisogna dialogare con chi ci sta davanti, raccontare le motivazioni che ci hanno portato ad allestire una certa catena piuttosto che un'altra, educare o, addirittura, insegnare ad ascoltare, prendendo per mano le persone.

E cosa dire del mondo "esterno"?
Bisogna creare nuovi stimoli e risvegliare l'interesse sopito o inesistente dei potenziali clienti.
E' importante far capire con chiarezza che esiste un modo diverso e senza dubbio migliore di ascoltare la musica, senza la pretesa di far diventare tutti "esperti conoscitori" della materia.
Servono guide alla conoscenza della musica ed alla sua corretta riproduzione che aiutino a scoprire i tesori in essa nascosti, così come le guide turistiche ci aiutano a capire ciò che ci circonda in un museo o in una città. Capire la genesi ed il siginificato di un brano musicale ed approfondirne la conoscenza per mezzo di un impianto che lo riproduca in tutto il suo fascino. Una realtà parallela che cattura l'ascoltatore. Questa guida dev'essere una persona che non stordisca gli ascoltatori con esasperati tecnicismi ma semplicemente deve illustrare le potenzialità di una buona catena audio, contrapposte alle distorsioni e le pecche di ciò che hanno in casa. Bisogna raggiungere esperti e profani con la stessa disponibiltà, professionalità e passione, oltre che con esperienza e know how.
Ecco una parola abusata: "passione". La si sente ovunque ma la si riscontra sempre più raramente. La "stanchezza" sembra aver preso il sopravvento in un mercato che invece ha necessità di essere pubblicizzato e curato, adesso più che mai.

Se qualche operatore fosse interessato ad approfondire, può contattarmi senza impegno:
angelo.jasparro@gmail.com

5 commenti:

  1. Personalmente posso parlare della sensazione di "abbandono" di chi fruisce/acquista; soprattutto quando si parla di musica, perché di quello mi chiedono quasi sempre (o di qualche problema di set-up analogico; ma meno rispetto alla musica).

    Davanti alla scelta del disco da acquistare, l'aiuto di qualcuno che conosce qualcosa in più aiuta. Spesso mi accorgo di quanto la gente abbia voglia di essere in qualche modo guidata, educata; di quanto ascolti quel che dici di un certo brano musicale e della sua interpretazione. Ed infatti quando prestavo la mia collaborazione ad un noto importatore di materiale hi-end, le persone tornavano ogni anno al Top Audio non già per l'impianto, ma per pormi la solita domanda: "che cd compro?".

    Sia chiaro che non servono impegni inenarrabili, ma basta un minimo di competenza e di educazione nell'esporre le proprie argomentazioni.

    Non basta avere dischi da vendere per essere venditori di musica: ho imparato dall'amata amica Paola Majno, titolare del negozio La Stanza della Musica, qui a Milano, che il cliente non è quella persona che entra, ordina un disco, paga ed esce, ma è colui che viene da te perché sa che lo guiderai nella scelta e che non gli tirerai la fregatura, spiegandogli magari ancora qualcosa in più.

    E' tutto.

    Ciao!
    Domenico

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  2. Passione, sì. Ma anche professionalità. Io per prendere un nuovo giradischi sono dovuto andare in Germania perché a Milano non ho trovato un negoziante che mi facesse ascoltare non dico due gira diversi, ma nemmeno due testine diverse sullo stesso piatto. Ad Amburgo, dove per mia fortuna vado spesso, in un solo negozio c'erano quattro gira in funzione, di tre marche diverse e una dozzina di testine da ascoltare. Il negoziante in perfetto inglese mi ha tenuto due mattine a fare prove ben sapendo che ero italiano e quindi chissà se avrei comprato da lui. Dopo avermi spedito il tutto mi ha chiamato a casa per sapere se avevo avuto problemi nel mettere insieme i pezzi! Notare che ho speso poco più di tremila euri, che sono soldi per carità, ma un negoziante di hiend nostrano per quella cifra quasi non ti guarda...
    Secondo me altro che marketing, serve. C'è da dire che la crisi probabilmente aiuterà a fare selezione. Non è affatto un male, secondo me.
    Ciao
    Sergio

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  3. Caro Sergio,
    bisogna riconoscere che il mercato tedesco continua ad essere ben lontano dal nostro e non solo per quanto concerne l'alta fedeltà. E' più facile offrire un servizio quando si ha il denaro per farlo, lo è meno quando si arriva a fatica alla fine del mese e si è preoccupati dalla continua possibilità di dover chiudere la propria attività. E' vero che non in tutti i nostri negozi troviamo la necessaria professionalità ed è anche vero che l'immobilismo di cui parlo nelle mie osservazioni riguarda anche i negozianti e si riferisce anche alle piccole cose.
    Sono quindi d'accordo con te sulla carenza di servizio dei dettaglianti nostrani anche se penso che, se tu avessi allargato un pochino il raggio delle tue ricerche, forse avresti avuto più successo. Ormai a Milano è rimasto ben poco e qualche volta conviene uscire dai confini della nostra città.
    Dissento invece sulla tua opinione circa la "selezione". Al prossimo turno, non resterà più nessuno e questo, a mio parere, non è affatto un bene. Meglio un servizio svolto così così, che nessun servizio in assoluto. Tanto siamo sempre noi a poter decidere se avvalerci o meno di un negozio che non ci soddisfa. Se non esiste alcun negozio, non possiamo decidere più nulla e non tutti hanno la fortuna di poter viaggiare ad Amburgo per i propri acquisti.

    A margine, vi faccio presente la situazione dei venditori di motociclette. Tutti sanno che non si dovrebbe mai comprare una moto se non la si prova almeno per un'oretta. Una moto dev'essere pressochè cucita addosso a chi la guida, altrimenti si rischia di doverla rivendere subito, con perdite di denaro cospicue.
    Eppure, per trovare in prova una Moto Guzzi bisogna viaggiare per tutta la Lombardia (se si è fortunati) e chi vive in zone meno ricche ha difficoltà enormi. Solo BMW Motorrad offre (e non in tutte le sue concessionarie) tutti i modelli in prova. Ovviamente, non c'è possibilità di confronto diretto con altri marchi. Nell'hi-fi non esiste la possibilità di avere un prodotto particolare a prezzo "demo" (esattamente come non esiste per Moto Guzzi) ed ogni prodotto dato in prova rappresenta un costo per il negoziante. Se poi è una testina, la rivendita di un esemplare usato anche solo per un'ora diventa difficile e costosa, certamente in perdita. Il negoziante di Amburgo, per sua fortuna, ha la possibilità di farlo, i nostri magari no.

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    1. Ciao, sono anch'io un felice possessore di Moto Guzzi e capisco cosa intendi. Secondo me però l'esempio potrebbe essere ribaltato sui distributori di benzina: in Italia una rete troppo ampia e fatta da piccoli punti vendita ha creato servizi più scadenti e prezzi più alti invece che favorire la concorrenza e quindi il servizio per il consumatore.
      Se un negoziante (o un distributore) non ha i mezzi, gli spazi, la competenza o la passione per fare il suo mestiere... Beh, nessun medico credo prescriva di fare questo mestiere. In tempi di vacche magre ti barcameni e campi spesso rifilando stupidaggini (lasciamo stare le testine, hai presente quando vai in cerca di un nuovo cavo?) . Non sono uno di quelli che butta la croce addosso al Belpaese, anzi. Nel settore del vino ad esempio il rapporto negozianti italia-germania è letteralmente invertito. Però a me sono capitate esperienze simili ad Amburgo anche a Barcellona, Lione e Londra. Sarò anche stato sfortunato, io. Ma credo che nel mercato italiano ci sia qualche stortura se andando a caso in Europa ricevo un servizio molto soddisfacente e qui devo conoscere il negozio giusto in un paesino sperduto in mezzo alla pianura padana...
      Bene, la pianto qui. Un caro saluto e un augurio di buon anno. Continuerò a seguire il tuo lavoro e il tuo blog. Ciao. Sergio

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    2. Capisco perfettamente il tuo ragionamento ma mi chiedo a dove porterà, relativamente ad un mercato molto piccolo com il nostro.
      Confesso di non avere esperienza in negozi fi hi-fi all'estero ma leggo molte lamentele su Stereophile, ad esempio, di persone che non trovano più punti vendita dove recarsi ad ascoltare o, peggio ancora, farsi dare apparecchi in prova. E si parla di un mercato immenso, gli Stati Uniti d'America. Probabilmente, non tutto il mondo è paese, nel nostro settore.
      Auguri anche a te.

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