Maurice André è morto ieri nella sua Francia.
Aveva 79 anni: 79 anni vissuti sempre in primo piano, lui che era stato uno dei pochissimi sopravvissuti all'avvento della filologia.
La sua tecnica, il suo gusto, lo avevano quasi fortificato proprio nell'epoca dei barocchisti, tecnica e gusto che si imponevano anche a chi dirigeva e suonava con lui.
Maurice André restituiva sempre qualcosa di semplicemente "bello", al di là delle intenzioni del compositore (anche perché mi pare difficile scoprire intenzioni particolari in composizioni di Haydn o Hummel o Telemann che vadano al di là del semplicemente "bello").
Poche righe per colui che ha ridato dignità concertistica alla tromba, strumento che dopo i fasti di XVII e XVIII secolo, fu poi confinato al solo ruolo di componente dell'orchestra, con a volte un ruolo da primadonna (l'attacco del primo movimento della Quinta di Mahler; l'inizio dei Quadri di una Esposizione di Musorgskij).
Un ringraziamento al M° André per quanto ci ha lasciato, con un catalogo ragguardevole e praticamente sempre non meno he pregevole.
Domenico
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