giovedì 25 agosto 2011

Dinamica e "Loudness War"

Sono due argomenti strettamente collegati e che risultano ancora oscuri a molti appassionati di musica riprodotta. Molti confondono la dinamica col volume di ascolto, per esempio.

Vediamo di chiarire il concetto di dinamica con una definizione estremamente semplice:
la dinamica è la differenza di volume tra il suono più debole e quello più intenso. Portando il concetto all'estremo, valutiamo la differenza tra un appena accennato pizzicato di una corda di violino ed un forte colpo di gong. Ecco, questa è la dinamica.
Non è un'invenzione audiofila, la dinamica è parte integrante del messaggio musicale.
Di quasi tutti i messaggi musicali, per essere precisi.



Ricordate il Punk Rock? Perfetto esempio di musica "piatta", suonata tutta con la stessa intensità, senza, appunto, dinamica. Il che era perfettamente funzionale a quanto richiesto.
Eccovi un esempio, dove si picchia più forte che si può sugli strumenti e chissenefrega del resto:

Chiunque, tra voi lettori, abbia studiato un po' di musica ed abbia avuto un insegnante meritevole di tale appellativo, non può non sapere che tra le cose che danno "sapore" ad una composizione e, di conseguenza, ad un'esecuzione, v'è proprio la dinamica.
Sarebbe semplicissimo, ora, portarvi un'esempio di una qualsiasi sinfonia classica, nella quale la rincorsa tra i pianissimo degli archi ed i fortissimo di ottoni e percussioni realizza un contrasto dinamico estremo. Anche il comunissimo "Bolero" di Ravel, che inizia con un sussurro e termina, gradualmente, con fiati e timpani suonati con forza, nel volgere di circa quindici minuti.

Ma a me piacciono le cose difficili e vi porto un esempio di un brano Rock, suonato con maestria da David Gilmour nel concerto di Danzica. Gli altoparlanti del vostro computer e la compressione applicata dalla conversione a basso bit rate per essere messa su youtube non rendono perfettamente l'idea ma se ascoltate ciò che succede tra il minuto 2.50 ed il 3.30 circa, vi renderete conto del "sapore" che la dinamica può offrire al brano musicale. Il vinile di quel concerto vi fa sobbalzare dalla poltrona, se ascoltato a volume congruo.
Eccovi il link:
Gilmour


Ora che ci siamo un po' chiariti le idee, acquista senso accennare alla famigerata "Loudness War". L'espressione di può tradurre come: "Guerra del volume". I discografici e gli artisti sono molto attenti a come i loro brani suonano alla radio, che è tuttora il maggior media per la promozione dei loro dischi. Per motivi facilmente intuibili, se siamo in auto, circondati da rumori di fondo piuttosto elevati, più forte suonerà la musica, più facilmente catturerà la nostra attenzione. E non solo in auto. La casalinga che magari sta utilizzando un qualsiasi elettrodomestico o, semplicemente, sta leggendo un libro, sarà anch'essa colpita da suoni di livello più intenso.
Una sinfonia di musica Classica, con movimenti suonati in pianissimo, si perderà tra rumori e distrazioni di ogni genere. Una qualsiasi musica rumorosa, invece, attirerà immediatamente l'attenzione, fosse anche solo per abbassare il volume.

Come fanno, i furbacchioni dei tecnici del suono (che poveretti, non hanno scelta davanti alle imposizioni dei committenti), ad alzare al massimo il volume, senza che il suono diventi inascoltabile per la distorsione? Semplice, grazie all'elettronica: comprimono il segnale musicale. Che significa quest'espressione? Che alzano il livello minimo e lo avvicinano molto all'intensità del livello massimo, appiattendo il tutto, appunto, verso il massimo accettabile per una registrazione. Questa è la Loudness War, una porcata (scusate il francesismo) che fa suonare tutto uguale e, soprattutto, male. Una "dinamica naturale" che potrebbe attestarsi a circa 30-35 dB viene "distrutta" e portata a 5-6 dB.

Questo è un ottimo esempio, in inglese ma sufficientemente chiaro anche per chi non capisca la spiegazione nel dettaglio:
loudness war


Per fortuna ci sono segni di "pentimento" da parte di qualche "testa pensante" nelle alte sfere. Noi aspettiamo con ansia di vedere i risultati.

2 commenti:

  1. Da tempo parlando con altri amici appassionati sostengo (provocatoriamente, e non) che l'anello più debole delle nostre "preziose" catene hifi sia il software (che brutta parola da mettere in hifi) non inteso come supporto, ma come qualità di ripresa sonora.
    I motivi son ben decritti nell'articolo che hai esposto.

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  2. Il prodotto musicale e gestito in funzione del suo ultimo utilizzo, radio portatili in cucina, autoradio in macchina, ipod nel...cervello. Per questo ci sono gli appassionati cultori della buona riproduzione musicale!

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