martedì 23 agosto 2011

Cristophe Coin e le Suites di Bach, a Milano


Ieri sera, la prima parte di un concerto diviso in due parti, con Prima, Terza e Quinta Suites ieri e Seconda, Quarta e Sesta oggi.
Com'è andata ieri? Qualche errore ha sporcato l'esecuzione, così come c'è stato qualche momento di confusione nell'ultima danza della Quinta Suite.
Tuttavia, il calore era veramente insopportabile e Coin, tutto vestito di nero, sudava copiosamente. Quando l'ho "beccato" all'ingresso prima del concerto, con i pantaloncini corti, gli ho chiesto se avrebbe suonato vestito così, autorizzando noi stessi a stare più "liberi" (io mi sarei immediatamente seduto a terra, come si faceva ai bei tempi in Conservatorio, quando i posti non bastavano mai). Ma purtroppo doveva vestirsi "da concerto", di nero e mentre lo diceva non aveva un viso propriamente entusiasta.
Le Suites sono atleticamente impegnative e immagino che Coin soffrisse il caldo molto più di noi (vero che mentre fai musica ti astrai e vivi in un mondo tutto tuo; ma il caldo è caldo).
Che dire dell'esecuzione? Rilassata. Niente baroccherie ad effetto, niente suoni "strappati" ed anzi un suono avvolgente, con sonorità morbide, provenienti da un violoncello antico dal suono quasi sussurrato. Molta ricerca dell'effetto giocato sull'accentazione dinamica; in questo, il lavoro è stato notevole.




Vivaddio è stata abbandonata quella mania alla Harnoncourt di stringere il violoncello tra le gambe, così da privarlo della naturale risonanza della cassa armonica (Bijlsma lo faceva: ancora me lo ricordo).
Ma c'era Bach e davanti a lui si resta sempre in contemplazione: la bellezza delle Suites passa sopra a qualsiasi imperfezione, problema di acustica, caldo torrido e fritto misto.Una bella serata, condita dal piacere della compagnia, una specie di piccola task force che peregrina ormai da una chiesa milanese all'altra (compagnia composta dal sottoscritto, dall'amico Pietro/Pepe 57 e dal Padrone di Casa, con le rispettive Signore).
Un saluto a tutti
Domenico

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