mercoledì 4 aprile 2012

Un ascolto "privato" - FORTEVITA

Rimasto favorevolmente colpito dall'impianto presentato a Milano, al Milano hi-end, ho accettato molto volentieri l'invito per un ascolto a casa del progettista del marchio milanese.

Non ero solo e chi mi ha accompagnato, se vorrà, potrà scrivere e confermare (o confutare) quanto qui andrò a scrivere.

L'impianto ascoltato era composto da un sistema di lettura del segnale digitale (musica liquida, così la chiamano) in unione al preamplificatore (chiamato con certa originalità e ricerca semantica "Audiovisore"), al finale ed alle casse acustiche di ForteVita.

Le casse acustiche sono una novità, presentate al Milano hi-end 2012, ancora senza prezzo, basate su di un altoparlante coassiale Ciare con diametro del woofer di 25 cm circa, con un trattamento non standard e studiato dal progettista al fine di ottenere il risultato voluto. Il tutto lavora in una cassa acustica di dimensioni generose ma non ipertrofiche (diciamo che saremo intorno agli 80 cm di altezza, una quarantina di larghezza e poco più di una ventina di profondità), ben finito e che poggia su un supporto che le alza di una ventina di centimetri da terra.

Le elettroniche sfruttano la circuitazione proprietaria di ForteVita.

Che dire dell'ascolto? Positivo. Decisamente positivo.



Con le registrazioni ascoltate (Arvo Part, Fratres, Naxos; Benjamin Britten, Sea Interludes, Nimbus; Wienmodern, Abbado, DGG - non capisco perché alle prese con composizioni contemporanee o comunque moderne, gli esiti delle registrazioni siano quasi sempre di livello molto elevato) la "scomparsa" del sistema era abbastanza evidente.

Cosa intendo dire? Ci sono apparecchi che pur in un'aura di eccellenza, lasciano la loro impronta, ovvero si ha l'impressione di ascoltare una riproduzione e si finisce con il dover fare i conti con la fatica, a volte minore e a volte maggiore, che questo ingenera. Nella collocazione ascoltata dal progettista di ForteVita, invece, la sensazione di stress ingenerata dal fattore qui sopra indicato era notevolmente minore, quasi nulla. Equilibrio timbrico ottimo, dinamica seguita con dovizia eppure semplicità, scena abbastanza congrua (bassa per i miei gusti; ma con un'aggiustatina all'altezza degli altoparlanti la situazione migliorerà certo) e soprattutto una compostezza e una mancanza di risonanze indesiderate - in un normale ambiente domestico - ragguardevoli.

Insomma, si è trattato di un ascolto interessante che non ha fatto altro che confermare le buone impressioni - ancora migliori, però, nel secondo ascolto - avute al Milano hi-end.

Non so se sarà possibile avere a casa almeno le casse acustiche; in ogni caso, se accadrà, sarà mia cura farne una breve relazione per il blog.

Un cordiale saluto a tutti

Domenico

1 commento:

  1. Si anche io ho avuto le stesse sensazioni.
    Quelle casse mi sono piaciute. Inoltre in quell' ambiente e in quella posizione piuttosto ravvicinata non lo avrei pensato.
    :)
    Pietro

    RispondiElimina