Il blog nel quale si racconta di riproduzione audio e di musica. Creato da Angelo Jasparro.
venerdì 9 marzo 2012
dry the river - shallow bed
Cominciamo dalla copertina: uno la guarda e si aspetterebbe di stare andando ad ascoltare uno dei soliti dischi metal-horror che tanto piacciono ai ragazzini americani. Invece no; questo cd, il primo completo dopo una serie di EP, pone alla mia attenzione un gruppo sconosciuto: sono inglesi, si acconciano e suonano come i migliori gruppi indie-country americani. E il motivo c'è: sono stati prodotti dallo stesso produttore di Interpol e National. Il cd contiene undici tracce, alcune ingenuamente country-pop, altre invece di rara potenza, e che indulgono sulle stesse orme lasciate ad Arcade Fire, National, Mumford & Sons tanto per citarne alcuni.
Superata la prima traccia, che scorre via senza particolari emozioni, si incontrano due brani potentissimi, "new ceremony" e "shield your eyes". Sono due brani confezionati con un sound ridondante, emotivo, barocco, che invogliano a fare coro (così come ho fatto io in questi ultimi due giorni in cui ho avuto shallow bed in heavy rotation nel lettore della mia automobile). Gli altri brani scorrono nuovamente in maniera tranquilla, fino all'ultima traccia, una concept track di quasi sette minuti in cui, dopo un attacco lieve, armonico, si accende di un carnale erotismo elettrico, in un crescendo ricco di stratificazioni tra strumenti, con in background una tromba nostalgica: una apoteosi, condita anche da una potente batteria. Questa traccia, la numero undici, dal titolo di "lion's den", l'ho fatta suonare almeno cinque-sei volte di seguito, rimanendo sorpreso della sua terribile forza. "Night descended like a blanket, on the house where I miss you like a limb.
I close the curtains, shun the working and I put your record on."
Dei Dry the river, sentiremo parlare.
che il rock sia con voi
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